Un sagace e schietto pragmatismo e un’impellente brama di “libertà” espressiva (che li conduce a un’attitudine essenzialmente improntata al “do it yourself”) alimentano il lavoro di questi
NEBRA, un trio della provincia di Como che concretizza le sue velleità artistiche attraverso un’interessante miscela di
punk-rock,
emo-core e
grunge, consentendoci d’individuare in Hüsker Dü, Thrice, Deftones, Biffy Clyro e Nirvana i principali numi tutelari di tale manifestazione musicale.
“Dive” è un
Ep che si lascia ascoltare con discreta soddisfazione, piace per la sua “indipendenza” e per un equilibrio nelle varie componenti già abbastanza efficace e verosimilmente destinato a crescere con l’esperienza.
Bene ha fatto la Moquette Records a sostenere una
band che ha il “coraggio” di aprire il suo disco con un suggestivo brano acustico capace di trattare senza troppa retorica di conflitti interiori (“War”, a cui contribuiscono la chitarra di Morgan Bizzozero dei Loud Nine / Iron Mais e il violoncello di Irina Solinas) e che sa confrontarsi piuttosto bene con angoscia e passione (“Past” e “Misfortune” con le loro intriganti scorie
metalliche e l’intensa “Rage of God”, non lontana dalle atmosfere care a Chino Moreno
& C.), evitando manierismi ed eccessive ampollosità.
La
ghost-track “Aim”, rivisitazione
unplugged di un pezzo tratto dal debutto dei lombardi (“Mare caelo miscere”), aggiunge qualcosa degli Alice In Chains alle suggestioni uditive e chiude un dischetto piuttosto promettente, in grado di far intravedere le potenzialità di un gruppo al di sopra della media, atteso a una dimostrazione più consistente delle sue qualità.
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