Copertina 8,5

Info

Anno di uscita:2015
Durata:43 min.
Etichetta:AFM Records
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. SWEVEN
  2. KING OF KINGS
  3. HALVDAN THE BLACK
  4. THE WAKING EYE
  5. FEAST OF THE YEAR
  6. VENGEANCE VENOM
  7. SACRED VOW
  8. EDGE OF STEEL
  9. HARALDSKVÆÐI
  10. BLAZING WATERS
  11. SWORDS IN ROCK

Line up

  • Thorsten Bauer: guitars, bass
  • Alexander Krull: keyboards, vocals
  • Liv Kristine Espenæs Krull: lead vocals
  • Pete Streit: guitars
  • Joris Nijenhuis: drums

Voto medio utenti

Puntualissimi dopo due anni tornano i Leaves' Eyes con un nuovo, notevolissimo album. Questa volta la band di Liv Kristine e Alexander Krull si focalizza sulla vita e le gesta di un personaggio importantissimo per la storia norvegese: Harald Halvdansson, meglio conosciuto come Harald Hårfagre (antico nordico Haraldr hárfagri, in italiano Harald Bellachioma). Un ruolo vitale per il destino della Norvegia quello giocato da questo leggendario guerriero, che diventerà il primo re della nazione scandinava. Non è la prima volta che i Leaves' Eyes attingono agli antichi personaggi e miti nordici, ma questa volta si tratta di un vero e proprio concept che si concentra su una singola figura, parlando delle imprese eroiche (vedesi la Battaglia di Hafrsfjord), dei legami parentali (vengono dedicati pezzi anche al padre Halvdan il Nero Guðröðsson), ispirandosi anche ad frammenti di poesia scaldica ("Hrafnsmál").

Un album questo "King of Kings" che va ad inserirsi fra i migliori della discografia del gruppo tedesco-norvegese, che ha evoluto il proprio sound nel corso degli anni, arrivando ad un misto di gothic (quasi del tutto scomparso), symphonic, folk metal. Le caratteristiche stilistiche sono a grandi linee quelle che avevamo già incontrato nel buonissimo "Symphonies of the Night", anche se in questo caso la componente folk si fa ancor più forte, regalando dei brevi intermezzi musicali di pregevole valore.
Considerando l'importanza dell'argomento la durata del disco è abbastanza ristretta, solamente, si fa per dire, poco più di quaranta minuti. Questo è da considerarsi anche un bene, poiché costruendo un concept così complicato ed ispirato è facile lasciarsi andare a sproloqui musicali che annoierebbero quasi di certo l'ascoltatore.

L'opener di "King of Kings" è l'incantevole "Sweven", la nascita di un guerriero, di un futuro mito, il protagonista del disco: Harald Halvdansson. Una traccia che si colloca appieno in quello che viene oggi definito cinematic Metal, di chiara ispirazione filmica (in questo senso credo che la serie Vikings abbia avuto una certa importanza in molti degli album folk usciti di recente). Strumenti folkloristici accompagnano la soave voce di Liv Kristine in un brano puramente acustico. Gli stessi Leaves' Eyes hanno dichiarato che questa release si è ispirata ai grandi compositori di colonne sonore cinematografiche (es. Hans Zimmer) e i risultati si sentono eccome, pur non essendo esagerati come alcune opere indigeribili degli alfieri dell'odierno cinematic Metal. Altrettanto epica è la title-track, che si concentra sulla giovinezza di Harald e sulla sua prematura e difficile ascesa al trono. Un sound massiccio quello imposto dalla band, colmo di orchestrazioni ben bilanciate dalla controparte metallica. Una traccia pressoché tranquilla che viene seguita da una molto più aggressiva, ovvero "Halvdan the Black". Il disco si conferma sempre più colonna sonora, presentando qui una maggiore potenza, anche grazie al growl di Alexander Krull. Di certo questo terzo brano verrà portato ai prossimi live del gruppo. "The Waking Eye" segue la linea stilistica dell'album, con un approccio sinfonico e la voce di Liv Kristine che la fa da padrona, con il chorus che è caricato del maggior peso in termini di importanza; qui il testo si concentra sulle visioni della madre e del padre di Harald I. "Feast of The Year" è un intermezzo folkloristico strumentale che funge da apripista alla seguente "Vengeance Venom". Un evento paradossale sullo sfondo dei festeggiamenti per il solstizio di inverno è alla base della canzone, un pezzo arrembante e saltellante nel chorus. "Sacred Vow", brano ben strutturato e veloce, si incentra sulla vicenda del matrimonio con Gyda, la quale rifiuta di sposare Harald fino a che egli non diventi re della Norvegia (anche se il racconto nelle saghe nordiche è molto più gustoso). "Edge of Steel" è traccia battagliera, anthemica, con una bella alternanza vocalica fra Liv Kristine e Krull. "Haraldskvædi" (Hrafnsmál), quieta e solenne, è ispirata al frammento scaldico di Þorbjörn Hornklofi (IX sec.) che ha come oggetto una conversazione fra una valchiria ed un corvo sulle gesta di Harald. La lunga "Blazing Waters" è il fulcro dell'album, raccontando la Battaglia di Hafrsfjord, evento che ha visto la Norvegia occidentale unificarsi per la prima volta sotto un unico re. Chi conosce la "Heimskringla" di Snorri sa bene di cosa si sta parlando. Musicalmente la traccia è ben bilanciata fra momenti più rilassanti ed altri più heavy, soprattutto dopo il quarto minuto (echi della Vergine di Ferro sono pesantissimi). La closer "Swords in Rock" si presenta come un pezzo inequivocabilmente folk. "Sverd i Fjell" è anche il famoso monumento delle tre spade in roccia alte più di dieci metri situato a Hafrsfjord, nei pressi di Stavanger in Norvegia (luogo d'origine della parte norvegese dei Leaves' Eyes), opera dello scultore Fritz Røed. Per gli appassionati l'edizione limitata di "King of Kings" contiene una riproduzione in miniatura delle spade.

Poco da dire alla fine di questa recensione (perdonate la lunghezza). I Leaves' Eyes hanno creato uno dei dischi migliori dell'anno, almeno per quanto riguarda il genere symphonic, e se siete appassionati di storia norvegese, filologia germanica, saghe nordiche e via dicendo, non potete farlo mancare nella vostra collezione.

"Halvdan the Black"



Video di "The Waking Eye"


Recensione a cura di Stefano Giorgianni

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