I newyorkesi
Krallice suonano una musica inquadrabile nel filone avant-garde/progressive/post black e il disco in esame: “
Ygg Huur” risulta distaccarsi dai precedenti lavori sia per la durata molto ridotta (circa 36 minuti), che per la maggiore complessità delle composizioni che rendono l’ascolto del disco molto meno immediato e assimilabile. Il disco presenta parti musicali estremamente complesse dove un basso forsennato, seguito da un drumming schizofrenico, fanno da colonna portante ad una cascata di note di chitarra e alle urla lancinanti del vocalist. Il tutto è condito da una perizia tecnica di primo ordine, che evita che il marasma musicale generato dai musicisti ricada nel caos più totale, e sia anzi incanalato in un intricato schema musicale costruito con controtempi, dissonanze, stop and go e sfuriate che miracolosamente e in maniera metronomica ritrovano sempre il tempo voluto.
“
Idols”, vista la sua durata di poco più di tre minuti, fa da intro a ciò che attende l’ascoltatore che si accinge ad esplorare questo mondo sonoro creato dai
Krallice ed “
Engram” termina questo lavoro, e questi due pezzi sono i soli in cui per qualche attimo si può respirare, il resto del disco è un bombardamento di note di basso e chitarra accompagnate da un drumming indiavolato che frusta letteralmente l’ascoltatore.
Per gli amanti degli strumenti a corda bisogna aggiungere che “
Ygg Huur” è il paradiso del picking; qui basso e chitarra si suonano esclusivamente con il plettro, e spesso a velocità esorbitanti.
Da encomiare il lavoro del bassista
Nicholas McMaster, vero genio musicale dotato di tecnica mostruosa, ma gli altri musicisti non sono da meno e l’ascoltatore viene completamente provato dall’ascolto del disco.
Sicuramente “
Ygg Huur” è un disco vivamente consigliato a chi adora questo genere musicale o a chi preferisce la pura tecnica strumentale piuttosto che la melodia.
Anche chi ascolta death metal tecnico, ed è abbastanza di larghe vedute, può trovare eccitante cimentarsi con questo disco, poiché qui di black metal propriamente detto ce n’è poco o nulla. Non provate ad ascoltare il disco in macchina, a basso volume o in situazioni rumorose! Non ci capireste nulla! “
Ygg Huur” va ascoltato tassativamente in cuffia e allora sì, che vi si aprirà un mondo fatto di piacere e sofferenza, nel quale abbandonarsi.
Una curiosità: eccetto il primo e l’ultimo brano, tutti gli altri hanno la medesima durata di 6 minuti e 41 secondi.
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