Così:
Contento con riserva di questa II recensione personale per la Band australiana.
Si sa che suonano rock tondissimo e derivaterrimo. Si sa che in pochi si sta più larghi in studio come in tour.
Ma, due dischi in pochi mesi è dura anche per il fan.
Le chitarre, laddove possibile, migliorano.
Mentre in
Cock Rockin ci si muoveva, sulla freccia tempo, indietro e >> e ci si ritraeva nel passato solo per prendere la rincorsa, qui, si va a zig-zag: indietro-indietro. Come un elettrodomestico incagliato.
Shak-ing il blues con i Nirvana, i RAtM e con microfinniche gioie (ascrivibili e ritrascrivibili per KANTELE) è un
passatempo più che legittimo.
Le perle rochenrolla, antichizzabili nei contenuti e nelle tinte, sono belle, ove farcite, dai flebili trattini genialoidi delle ritmiche.
I filtri vocali sfiorano l'indispensabilità del nylon quando piove a dirotto.
VooooDooooo (top)
Ascoltate, più volte, le canzoni attorno
alla nè brutta nè bella cover centrale.
Scollatevi dalle decine di chewing-gums c(he)avete calpestato.
Da Una certa in Poi, se ci siete ancora, potreste 'scerettarvi' nervosamente le braccia dato che Shirley Ellis riappare coverizzata come una gazza che rigurgita ai pulcini.
PS
Voi, caro duo di Mildura, invitare i maestosi Freak Kitchen per una festa nella vaga radura di
http://s1.at.atcdn.net/wp-content/uploads/2012/10/Mallee-Highway-pink-lakes.jpg
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