Ad appena un anno di distanza tornano i
Devil You Know con un secondo album carico di nuova energia e decisione. Complice l'annullamento del tour con i Machine Head che si doveva svolgere nel 2014, la band statunitense, nella quale milita l'italianissimo chitarrista Francesco Artusato, getta sul mercato il seguito del debut
"The Beauty of Destruction", intitolato
"They Bleed Red", plasmando un sound definitivo per il progetto ed arrivando ad una quadratura del gruppo stesso. Osservando le informazioni relative all'album si scorge la prima novità, ovvero l'assenza del secondo axeman, Roy Lev-Ari, che ha di comune accordo abbandonato i Devil You Know. Questa defezione non ha assolutamente scalfito il gruppo, che è riuscito a creare un prodotto di netto superiore al precedente e che non manca di stupire.
Le caratteristiche del sound della band americana rimangono quelle abbozzate in
"The Beauty of Destruction", cioè un modern metal intriso di aggressività bilanciata sapientemente con le melodie create dal celeberrimo vocalist Howard Jones, che in quest'album torna all'ennesima potenza, inserito appieno nello stile che si assaporava solamente come un'idea embrionale nell'uscita antecedente. La sezione strumentale, ora composta solamente da una chitarra, dal basso e della batteria, dimostra rinnovata sinergia e di aver cristallizzato ciò che era stato soltanto presentato nelle composizioni appartenenti al debut.
Si incontrano così dei brani eccellenti, come
"The Way We Die" (del quale potete vedere lo scabroso video alla fine della recensione) e
"Stay of Execution", due tracce diverse fra loro, ma che ben contengono il messaggio della proposta dei
Devil You Know. Riff decisi e taglienti, un drumming aderente all'extreme, linee di basso evidenti e non soffocate dalla produzione, il tutto guidato dall'inconfondibile voce di Howard Jones, un vocalist del quale gli amanti del metal moderno avevano sicuramente sentito la mancanza. Allora voi direte, cosa manca ai
Devil You Know? A mio parere pochissimo per arrivare ai livelli di gruppi come Lamb of God e probabilmente questa sottile distanza verrà colmata dalle imminenti esibizioni dal vivo, ad una delle quali avremo modo di assistere fra qualche giorno nella città meneghina.
Il giudizio verso l'eccellenza rimane dunque sospeso, ma la bontà di
"They Bleed Red" non è in discussione. Fan del metal moderno, e perché no del -core tutto, avete ciò che fa per voi!
Video di "The Way We Die"
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