Dragonland, Dragonhammer, Dragonlord, Dragonland, Dragonia, Dragonheart, Dragonforce, Dragon's Kiss e chissà quante altre centinaia di similitudini per questi austriaci
Dragony che dopo l'esordio "Legends" di quattro anni fa tornano sempre tramite Limb Music col nuovo lavoro intitolato "
Shadowplay", ovviamente e costantemente incentrati su un power metal alato ed epicheggiante, quando più direzionato su sonorità retro' e hardrockeggianti, tipo gli ultimi Edguy, quando più sinfonico e quando più squisitamente metal.
Il fatto che i Dragony non innovino, siano copie di copie, non portino ventate di freschezza e novità ed amenità simili, al sottoscritto non interessano per niente, anzi guarderei con notevole diffidenza ad una band power metal che declami nella sua bio di essere avantgardista in questo o quello: l'importante è portare delle canzoni BELLE, che funzionino, che emozionino, che gasino, che veramente ci facciano vedere i draghi appena chiudiamo gli occhi, con fiammate, arcani incantesimi, re cattivi che spodestano il legittimo aspirante al trono, principesse da salvare e stregoni che aiutano il prode cavaliere a ripristinare la pace nel mondo e la gloria nei secoli dei secoli, amen.
Ecco, tutte ste belle cose nella musica dei Dragony non ci sono, brani moscissimi che non possono essere descritti o catalogati come brutti, ma che di certo mancano di quella trasmissione di entusiasmo che il power metal dovrebbe avere: non uno scossone, non un chorus sopra le righe, tutto molto ordinario, pulito, leccatino e preciso ma senza una minima scintilla di epica gloria.
Peccato, perchè effettivamente non ci sono parti totalmente negative, ma gli errori sono tanti: il disco non è ben registrato, le chitarre sono sotterrate, non graffiano e non colpiscono, la voce di Sigfrido l'ammazzadraghi sebbene anch'essa inebriante come l'encefalogramma del trota potrebbe fare la propria porca figura grazie ad una buona estensione, ma è proprio il songwriting ad essere carente, affidandoci una decina di brani che non riescono ad essere memorizzati nemmeno in 3-4 ascolti immediati e consecutivi, figuriamoci dopo qualche settimana o mese.
Beffa delle beffe, l'unico brano con un po' di brio e che fa venire subito la voglia di battere il piedino a terra è "True Survivor", che è relegata a bonus track...ed infatto non è loro, è una cover, peraltro di David Hasselhoff alias Michael Knight di Supercar o Mitch di Baywatch, ok un idolo, ma possibile che in tutto il panorama metal di 40 anni di storia siano andati a pescare proprio lui???
Non basta nemmeno la presenza di
Zachary Stevens nella lunga suite "The Silent Sun" a risollevare per un attimo la situazione, così come non bastava ai tempi del debutto quella di
Ralf Scheepers, solo che non possiamo essere così magnanimi come in quell'occasione: sono passati ben quattro anni e non c'è più l'emozione e l'immaturità del primo disco, se i Dragony stanno messi ancora così temiamo che il tempo di baciare la principessa per loro non verrà mai e il drago cattivo continuerà a svolazzare indisturbato, arrostendo tutti i nemici ed immagazzinando tonnellate d'oro sotto la montagna incantata.
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