Una band cilena con cantante belga che suona doom metal, desta una certa curiosità. Il debutto dei
King Heavy è all’insegna di uno stile enfatico, carico di drammaticità, che ricorda gente come Procession (... altri sudamericani e dove ha militato il bassista
Daniel Perez Saa), Pallbearer, The Gates of Slumber. La base strutturale rimane comunque quella metallica alla Candlemass e nei lunghi brani del disco questa influenza emerge spesso e volentieri. Si nota il tentativo di renderli dinamici con frequenti cambi di tempo, breaks e sovrastrutture, ma la caratteristica forse più particolare è la voce ieratica di
Luther Veldmark, barbuto vocalist che esteticamente ricorda un po’ Ian Anderson dei Jethro Tull. La sua interpretazione ha un taglio quasi operistico, drammaturgico, cosa che incrementa l’atmosfera tesa che circonda l’intero lavoro.
Nell’insieme si tratta di una buona prova, anche se è ancora assente quel guizzo creativo che fa la differenza. Le canzoni finiscono per somigliarsi un po’ troppo, vista la costante altalena tra brevi accelerazioni e lunghi rallentamenti tenebrosi.
Lo consiglio ai completisti doom che si tengono aggiornati sulle novità da tutto il mondo.
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