Marcio è bello.
Il sound dei
Vastum sembra provenire direttamente dalle viscere della terra, è così grezzo e minimale che pare i componenti si siano rotolati nel fango prima di registrare questo
"Hole Below", dentro ad una grotta, duecento metri sotto la superficie calpestabile.
Queste sono all'incirca le sensazioni trasmesse dal doom death vecchia scuola dell'ensamble californiano contenuti nel terzo full lenght. Ritmi lenti, ossessivi, con un tappeto di doppia cassa, sul quale si ergono grasse chitarre intente a vangare riff basilari ed una voce... ma che dico una voce? Due voci, che interagiscono magnificamente e riverberano nel buio. Il profondo e convincente growl di
Butler si lega in modo perfetto ai latrati della bravissima
Leila portando il comparto vocale livelli di eccellenza pura. L'elemento oscuro nella musica dei
Vastum è sempre presente, le nerissime atmosfere una costante anche se, potrebbero finire per diventare monotone. Il fatto di concedere pochissime accelerazioni impantana il disco in un terreno melmoso, in parte sicuramente piacevole, ma che finisce per inghiottirti nella sua staticità. A questo proposito gioverebbe qualche riff più diretto ed incisivo per scuotere l'ascoltatore e ricordargli di non abbandonarsi all'oblio. Inutile dire che la band non propone nulla di nuovo, siamo dalle parti di Autopsy, Funebrarum, Coffins, Necros Christos e via dicendo, ma la musica di questo
"Hole Below" si può toccare tanto è reale e sincera. Buonissima band per un ascolto al buio.
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