Copertina 6,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2001
Durata:51 min.
Etichetta:Napalm
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. ROAD TO NAZCA
  2. COSMOVISION
  3. CORRIDORS OF KNOWLEDGE
  4. SPIRIT OF THE SUNSET
  5. THE CHURCH
  6. BEHOLD THE NIGHTIME
  7. NECROPOLIS
  8. THE CEMETARY ROAD
  9. KILL FOR THE NEW MESSIAH
  10. THE SPIRAL OF MADNESS
  11. LAST FLIGHT TO SIRIUS
  12. RIDDLE IN THE OCEAN

Line up

Non disponibile

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La Francia, storicamente nazione decisamente ricettiva all’heavy metal, non si è mai contraddistinta in maniera particolare come madrepatria di gruppi assurti ad una certa fama anche all’estero. Un’eccezione degna di nota risultò incarnarsi nei validi Nightmare, autori fra l’altro dell’ottimo “Power of The Universe” datato 1985, ultimamente ristampato con l’aggiunta di alcune bonus track, un disco di arioso ed orecchiabile heavy metal. La band sembrava quindi destinata ad un più ampio successo, ma il fato volle che, dopo l’abbandono del cantante Jean-Marie Boix (in passato anche dietro il microfono dei Bronx) la notorietà del gruppo crollasse conducendo il quintetto nelle oscure nebbie della dimenticanza. Grazie alla Napalm, un etichetta da cui non mi sarei mai aspettato una mossa del genere, abbiamo ora l’occasione di riaccogliere i Nightmare sulle scene, non mancando di notare alcuni curiosi cambi di line up fra i quali spicca lo spostamento di Jo Amore (un nome una garanzia!) dalla batteria al microfono, lasciando così spazio all’entrata del fratello David Amore dietro le pelli. Il sound non appare eccessivamente lontano da quello di cui la band si faceva portatrice 12 anni fa: il morbido e melodico metal classico venato di hard rock che tanta eccitazione sucitò ai tempi di “Waiting For The Twilight” suona ora in una maniera alquanto nostalgica e fuori moda, sicuramente gradevole per tutti i cultori degli anni ’80 (categoria nella quale fieramente mi comprendo) ma assolutamente privo di senso per chiunque abbia cominciato ad ascoltare metal dopo il 1989. Jo Amore e compagni non spiccano certo per tecnica e capacità, ma il risultato finale non è assolutamente brutto, portando “Cosmovision” su livelli di netta sufficienza. Una produzione veramente troppo leggera provvede a smussare ulteriormente gli angoli di un disco che forse avrebbe avuto bisogno di una maggiore dose d’impatto. Le atmosfere epiche e futuristiche, un soggetto che il gruppo non ha mai abbandonato, evocate da brani come “Behold The Nightime” o “Kill For The New Messiah” risultano comunque decisamente intriganti, ricordando a tratti canzoni immortali come “Broken Heroes” dei maestri Saxon o validi gruppi oramai dimenticati come i danesi Witchcross. “Cosmovision” è quindi un album diretto essenzialmente alla frangia più nostalgica del pubblico metal, ma non per questo poco valido o scarsamente interessante… semplicemente datato.
Recensione a cura di Francesco 'HWQ' Bucci

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