Il cambio di nome (d'ora in poi si leggerà Shaaman, a causa di alcuni disguidi di natura legale) non è l'unica novità con cui gli Shaman presentano il secondo disco della loro recente storia, iniziata quando nell'estate del 2000 Andrè Matos, Luis Mariutti e Ricardo Confessori lasciarono gli Angra in seguito a dissapori di natura musicale ed amministrativa con Kiko Loureiro e Rafael Bittencourt. Reclutato un nuovo e promettente chitarrista (Hugo Mariutti, il fratellino di Luis), gli Shaman ripresero col loro disco d'esordio ("Ritual") il discorso musicale che gli Angra avevano interrotto dopo l'indimenticabile "Holy Land", tornando al Melodic Metal sinfonico e ricco di sfumature folkloristiche che aveva entusiasmato legioni e legioni di fan della band brasiliana. "Ritual" aveva anche evidenziato un rilevante allontanamento dalle facili seduzioni del Power Metal tedesco che ha fatto la fortuna dei nuovi Angra, esprimendo una nuova personalità ed una lodevole voglia di sperimentare. Con "Reason" l'evoluzione sonora degli Shaaman si arrichisce di un nuovo, importante capitolo: le influenze sinfoniche sono ancora presenti nel sound della band, ma la loro importanza è adesso minore, viene dato maggiore spazio all'Heavy Metal robusto e ficcante di "Turn Away" e "Scarred Forever", pezzi di grande impatto che conservano una eccezionale melodicità. Come già accadeva su "Ritual", i guitar solos di Hugo Mariutti puntano più sull'efficacia che sulla velocità e sulla tecnica di esecuzione, con ritmiche corpose e quadrate, mentre la sezione ritmica Mariutti - Confessori si conferma una delle più eleganti e dotate dell'intera scena Metal. Spesso le sonorità elettroniche vengono preferite a quelle classiche, dando vita ad episodi dal taglio decisamente moderno come la bella "Reason" e la magnifica "In the Night" in cui trovano spazio anche gli strumenti etnici che tanto piacciono al drummer carioca, che già avevamo potuto apprezzare su "For Tomorrow" nel disco precedente. Andrè Matos si conferma ancora una volta un cantante eccezionale, che rispetto al passato cerca linee vocali più aggressive e graffianti, sfoggiando ottime interpretazioni anche sui pezzi più rilassati, come nella dolce "Innocence", nella prima parte della particolarissima "Rough Stone" e nei versi iniziali di "Born to Be", composizione che ricorda molto il progetto Virgo. Il retaggio sinfonico degli Shaaman fa capolino sulle travolgenti "Trial of Tears" e "Iron Soul", canzoni solari ed orecchiabili, l'unico omaggio della band al suo fortunato passato. Un passato che la band si sta lasciando alle spalle, grazie anche a due ottimi dischi come "Ritual" e "Reason"!
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