Copertina 7

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2006
Durata:45 min.
Etichetta:AFM
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. THE ALLIANCE
  2. DARK AND DAWN
  3. AVALON
  4. CROSSBREED
  5. ROSES OF LIGHT
  6. THE ROAD TO ETERNITY
  7. FEARLESS
  8. THE PASSAGE
  9. THE ONES WITH FIERY EYES
  10. VICTIMS OF DUTY
  11. SONS OF THE SEA

Line up

  • Thorsten Kohlrausch: vocals
  • Torsten Sauerbrey: drums, guitars, keys
  • Michael Lowin: bass

Voto medio utenti

Avevano già attirato la mia attenzione ai tempi di "Crimson Frost" (2001, un album dove spiccava una sorprendente "Winter's Dream"), poi con "Of Decay And Desire" (2003) i Dark At Dawn avevano fatto un notevole salto di qualità, raggiungendo quei livelli che tutto sommato mantengono anche ora con il nuovo ed autointitolato "Dark At Down", ormai quinto full lenght nella loro discografia.
In passato li ho spesso descritti come un mix tra il più classico power metal teutonico (diciamo Rage e Grave Digger) ed i Sentenced di "Amok" o "Love & Death", e le nuove composizioni non fanno nulla per spingermi a cambiare quest’impressione. Se al Power Metal si possono riallacciare canzoni come "The Alliance", "Fearless" o la thrashy "Glorious Duty", i finlandesi vengono chiamati in causa da "The Ones with Fiery Eyes" ma sopratutto dall'intensa e gothicheggiante "Roses of Light", mentre si rivela un episodio a se stante, peraltro non particolarmente riuscito, l'innocua ballad "The Passage".
Ad ogni modo, qualunque siano gli orientamenti musicali intrapresi e gli esiti finali, i Dark At Dawn confermano la loro abilità nel saper unire un buon tocco melodico a sonorità heavy & gothic (queste ultime però meno presenti rispetto al passato), avvalendosi di una prova davvero sopra le righe sia da parte del chitarrista e tastierista Torsten Sauerbrey (un vero tuttofare ma non altrettanto incisivo nel ruolo di batterista) sia del cantante Thorsten Kohlrausch, in possesso di una voce profonda, sofferta ed allo stesso tempo possente, una timbrica che ho sempre trovato perfetta per la proposta dei Dark At Down.
Ciò che manca, o che forse non riesce solo ad emergere quanto in passato, sono delle atmosfere cupe e malinconiche che siano davvero convincenti ed energiche. Certo che in questa occasione il feeling ed il pathos non sono certo stati confortati dall'ormai "solita" scelta della AFM di sfumare pesantemente le canzoni...
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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