Dopo un primo album ("The Future Started Yesterday", del 2012) sotto il monicker Graven Image, questo quintetto del Connecticut, ha optato per un nuovo nome:
As Darkness Dies, che da titolo anche al loro
nuovo esordio.
La copertina battagliera e una prima sbirciata ai titoli delle canzoni, sembravano poter preludere a sonorità Epic se non addirittura puntare al versante più estremo del Metal, invece scopriamo gli
As Darkness Dies alle prese con un classico, basico e solido Heavy sound, che non rinuncia a quel piglio hardeggiante tipico della scena Metal statunitense.
Da sottolineare la presenza di Michael Vescera come produttore dell'album, e per quanto
Martin O'Brien non sia ancora all'altezza di un vocalist che ha cantato, tra gli altri, con Obsession, Yngwie Malmsteen e Loudness, si rende autore di una onesta e dignitosa prestazione. Ancora meglio fanno i due chitarristi,
Paul Coleman e
Scott Williams, misurati e dal buon gusto, sia nei brani Hard & Heavy, sia in quelli dal passo più sostenuto, ossia l'opener "
Black Death", "
One Mistake" (che ha dalla sua qualcosa dei Testament) e la ritmata "
Demons".
Qualche difficoltà, come nel caso della noiosa "
Other Side" o delle ingarbugliate "
Life Incomplete" e "
World of Decay", viene bilanciata da altri episodi sopra la media come "
High Road" (dalle vaghe pulsazoni
dickinsoniane), la già citata "
Black Death" e la galoppante "
Searching for Light".
Non male, ma forse devono ancora mettere ben a fuoco il sentiero che vogliono percorrere, e l'aver riproposto ben cinque brani già pubblicati ai tempi dei Graven Image lascia supporre che debbano ancora togliere la zavorra. Dopo di che vedremo dove potranno arrivare.
You want it all, but you can't
read it
It's in your face, but you can't
read it
What is it? It's it
What is it? ... it's the
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