La Crisi nasce dalle ceneri dei Sottopressione, band hardcore attiva negli anni ’90. Il nuovo progetto della band milanese è una sorta di tributo alla vecchia scuola dell’hardcore, cui i quattro ragazzi sono fedeli, anche e soprattutto come stile di vita.
Le tredici tracce di questo omonimo debutto trasudano rabbia, velocità e incazzatura feroce, con i testi in italiano, i quali però nel booklet sono riportati anche in inglese. La band stessa dice di rifarsi alle vecchie leggende quali Minor Threat, Bad Brain e Sick Of It All. Pezzi come “Niente da cantare”, “Capolinea” o “Indelebile” rappresentano una vorticosa discesa nella filosofia di vita della band.
E come ogni buon act hardcore che si rispetti, la musica passa in secondo piano rispetto ai testi, nel senso che assicurata la ferocia esecutiva, quello che più viene in rilievo è il messaggio della band, carico sì di rabbia, ma anche di sarcasmo e cinismo.
Significativa è poi la ghost track, rappresentata dalla cover di Vasco Rossi “Portatemi Dio”, il che la dice lunga sulle intenzioni della band, così come l’artwork con il fumetto di un tizio che tiene un fucile puntato nella sua bocca e sta per farla finita.
Questo disco è certamente valido nel suo genere e chi ama l’hardcore troverà certamente pane per i suoi denti, pur con la premessa, ovvia, che qui non c’è nulla di nuovo sotto il sole.
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