Copertina 8,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2015
Durata:38 min.
Etichetta:Willowtip Records
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. PASSAGE
  2. THE ELEGANCE OF ASYMMETRY
  3. IFRIT
  4. REWARD SYSTEM MALFUNCTION
  5. CLARITY OF WILL
  6. A LIGHTNESS OF MIND
  7. ILL-CONCEIVED
  8. ETERNAL RECURRENCE
  9. LARVA
  10. PARASITE

Line up

  • Lyle Cooper: drums
  • Erlend Caspersen: bass
  • Nick Brown: vocals
  • Marlon Friday: guitar

Voto medio utenti

Ad un certo punto è bene fermarsi e guardarsi un attimo intorno.
Cosa succede in campo technical death metal?
Beh, succede che siamo seppelliti da una quantità infinita di band che suonano tutte uguali, tutte senza passione, tutte fredde e prevedibili.
Saturazione totale.
La voglia di andare a scoprire roba nuova, roba buona in questo settore, è un po' come pretendere di esplorare le parti intime di una pornostar consumata: non serve nemmeno bussare, tutte le porte sono aperte, tutti gli antri sono apparecchiati, c'è pure il tappetino con scritto "welcome".

Poi succede quello che non t'aspetti: qualcuno alza la testa.
"E se suonassimo questo genere senza riempirlo di sbrodagliate inutili? E se evitassimo vocals fastidiose, tastierine alienanti ed ogni genere di orpello inutile? Ma soprattutto, se partissimo dai riff e portassimo nel death la cattiveria del... death?"

Dev'essere un pochino il ragionamento che hanno fatto questi quattro texani, tutti di una certa levatura (provengono da band come The Faceless, Spawn of Possession, Absurdist), che con questo disco di debutto hanno cercato di riscoprire l'essenza del genere, prima che venisse sputtanato insomma. Non è stata una scelta fatta da un momento all'altro, Marlon Friday e soci lavorano a questo disco da parecchi anni, alcuni pezzi risalgono addirittura al 2007, a riprova di quanto questo materiale sia ragionato e perfezionato nel tempo, senza cavalcare mode del momento.

Quello che gli Abhorrent propongono su "Intransigence" è un gioco di incastri perfetto, una pioggia di colpi millimetricamente incanalata che sfocia nell'annientamento dell'ascoltatore. Matematico ma caldo, un disco che solo Charlie Eppes (Numb3rs) potrebbe decifrare al primo ascolto. Ciò che sorprende è che in mezzo a tanta tecnica e perizia esecutiva, la cattiveria e la rabbia tipiche del vero death metal saltano fuori con sorprendente facilità, tagliando via del tutto il problema della sterilità e della freddezza che affligge 9 band su 10 che si buttano in questo genere, band che usano la scusa del death solo per mostrare i muscoli e per fare a gara a "chi ce l'ha più lungo". Parlo di formazioni tipo Brain Drill, Rings of Saturn, Pillory e cacate del genere. Mi spiace se siete fan di questi gruppi. Nel senso, mi dispiace per voi.

Dentro ad "Intransigence", chitarra e basso (pazzesco il lavoro di Caspersen) si sposano in una malefica armonia in cui i vuoti lasciati dall'una vengono riempiti con passaggi ad hoc dell'altro, ergendo un muro invalicabile, fluido ma durissimo, sinuoso ma oscuro. Nei dieci pezzi presenti ci sono una marea di riff, dissonanze, rallentamenti, una quantità di atmosfere incredibili, ed all'inizio si fa un pochino fatica a concepire, a seguire, una simile grandinata di malvagità. Poi ci si abitua, poi ci si entra ed allora si riesce a capire la bellezza del tutto.
Ogni brano è maniacalmente rifinito e trova posto tra gli altri con logica, con alternanza. Ad esempio non esistono "sparatutto" in successione, non ci si annoia di certo per la staticità o la ripetitività di alcune soluzioni, l'alternanza e le variazioni a cui accennavo poco fa, non sono presenti sono all'interno delle canzoni, sono proprio i brani ad essere uno diverso dall'altro, con un'anima differente. E chi segue il genere, sa che non è una cosa affatto scontata. Anche la batteria, croce e delizia in questo campo, evita di trapanare sterilmente, di travolgere con una marea di blast beat, si adatta piuttosto ai pezzii e ne segue le variazioni in maniera molto naturale, senza costrizioni.
Dovendo buttare qualche nome conosciuto a cui accostare il suono degli Abhorrent, direi che un mix di Necrophagist, Deeds of Flesh, Gorgasm, Deathspell Omega (che Satana li abbia in gloria), Defeated Sanity, Severed Savior, potrebbe rendere l'idea. Forse.

Questo disco esce per Willowtip Records, tuttavia è stato recensito dal sottoscritto procurandoselo in autonomia, grazie alla segnalazione dell'amico e profondo conoscitore (ed ottimo praticante) della materia, Alessandro D'Antone.

Se siete lontanamente attratti dal succo dei miei vaneggiamenti, se siete fan di qualcuno dei nomi citati, se avete un attimo di calma per riuscire a capire uno dei migliori dischi usciti in questo campo, non indugiate, gli Abhorrent sono realtà.



Recensione a cura di Francesco Frank Gozzi

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