Tutto ha inizio nel lontano 1984 quando un giovane
Neal Morse pensa di scrivere una canzone di Natale da spedire ad amici e parenti come regalo per le festività. Questa tradizione prosegue per anni finché nel 2000, “l’uomo di buona volontà”, raccoglie alcune canzoni, ne aggiunge di nuove e registra con moglie e figli il simpatico ma trascurabile
“Merry Christmas from the Morse Family”. Qualche anno dopo Morse comincia quindi a lavorare su brani non originali ma tipicamente natalizi e nel 2011, per gli iscritti al suo “Inner Circle” (una specie di fan-club esclusivo), rende disponibile
“A Proggy Christmas”, di fatto un demo coi controfiocchi (che a Natale calzano a pennello, perdonate la battuta) dove l’artista si cimenta nell’esecuzione di tutte le parti strumentali a eccezione delle batterie che sono programmate/campionate. Gli arrangiamenti sono talmente ben riusciti che nel 2012 l’americano pensa di riregistrare (quasi) tutto e integrare il lavoro con musicisti di prim’ordine come, tra gli altri, i colleghi nei Transatlantic (
Mike Portnoy,
Roine Stolt e
Pete Trewavas),
Steve Hackett (ex-Genesis) e
Steve Morse (ex-Kansas, Deep Purple). La band che scaturisce da questa esperienza unica viene chiamata
The Prog World Orchestra mentre per l’album viene mantenuto il titolo dell’anno precedente
“A Proggy Christmas”. Eccoci allora catapultati in un universo parallelo dove Babbo Natale suona l’organo hammond e il mellotron mentre i suoi elfi sono shredder che fanno head-banging su tempi dispari. Neal Morse va oltre quanto fatto dalla Trans-Siberian Orchestra che si limita, con tutta l’autoironia e la “ruffianaggine” del caso, a rendere grintosi i brani natalizi o dai December People che, sul fronte opposto, spesso risultano troppo cervellotici e autoindulgenti e crea una cornice coerente, gustosa e mai pacchiana attorno a brani tradizionali immortali come
“Joy To The World”,
“The Little Drummer Boy”,
“Hark! The Herald Angels Sing” o
“Carol Of The Bells”. Non mancano i momenti pacati (per esempio
“O Holy Night”) così come quelli più tipicamente “muscolosi” (
“Shred Ride…”). Insomma, alla fine del disco gli ascoltatori sono tutti contenti (e cosa c’è di più natalizio di questo?). Ancora una volta un bella pacca sulla spalla a Neal Morse non gliela toglie nessuno. Quando il divertimento diventa Arte.
p.s. per chi può apprezzare si tratta di un consigliatissimo regalo da far trovare sotto l’albero di Natale...
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