La mia storia d'amore con gli
Swallow The Sun comincia nel novembre 2012, quando li ho visti all'Estragon in occasione dell'Into Darkness, un signor festival durante il quale questi sei ragazzi finlandesi hanno condiviso il palco con Moonspell e PAIN, fu una gran serata. Rimasi impressionata dalla cura con cui avevano allestito il palco e da come tenevano in pugno l'intero Estragon con una naturalezza disarmante.
Da quel giorno ho religiosamente atteso l'uscita di un nuovo album, dividendomi tra l'eccitazione derivante dalle mie elevatissime aspettative e il terrore di una cocente delusione.
Tre anni dopo eccolo qui, l'album da me tanto agognato: “
Songs From The North I, II & III”, una fatica colossale per qualità e quantità: quasi tre ore di musica, tre fasi estremamente diverse tra loro ripartite in altrettanti CD. Le sezioni sono indipendenti e, vista l'imponente durata dell'intero lavoro, è probabile che ascoltarle separatamente risulti più semplice. Il mio consiglio è quello di dedicare a quest'opera il tempo e l'attenzione che merita, solo così riuscirete a far scattare il meccanismo che nasconde.
“
Songs From The North I” è l'album che i fan della band si aspettavano: melodie dolci e malinconiche si alternano a vibranti linee vocali aggressive su uno sfondo doom; i riff sono sapientemente costruiti e i motivi fanno presa con grande rapidità.
“
Songs From The North II” è un cambio di registro inaspettato: la band mette l'ascoltatore a contatto col suo lato più smussato, offrendogli otto tracce senza dubbio più soft rispetto alle loro produzioni canoniche. Questo CD dimostra che gli
Swallow The Sun non hanno paura di deviare dal loro percorso e anzi, riescono a trarre il meglio da qualsiasi contesto. Il momento più intimo e raccolto di questa creazione, il mio preferito.
In “
Songs From The North III” tutto precipita. La luce soffusa della seconda parte viene fagocitata da un funeral doom oscuro e devastante. Il cantato pulito scompare, scalzato da linee vocali brutali accompagnate da riff cadenzati e inesorabili come i rintocchi di una campana che suona a morto.
Alla fine dell'ascolto non potrete fare a meno di percepire la completezza e l'equilibrio di “
Songs From The North”: in un unico album riuscirete a trovare la massime espressioni di leggerezza e disperazione mai riscontrate nelle produzioni degli
Swallow The Sun, lo Yin e lo Yang, L'Alpha e L'Omega.
Adorerete “
Songs Of The North”; in caso contrario probabilmente non avete passato abbastanza tempo nelle tenebre per apprezzare e comprendere la bellezza della luce. Forse siete fortunati, forse no.
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