Un paio d'anni fa, e forse più, avevo messo le mani su un vecchio demo (risalente addirittura al 1999) dei
Guardiani di Frontiera, gruppo lombardo fautore di un Heavy Metal, classico e dai toni epici, caratterizzato dal cantato in italiano.
Da allora, con sommo dispiacere, non ne avevo più saputo niente, ed avevo ormai perso le speranze di sentirne riparlare. Potete immaginare la mia sorpresa nel vedermi recapitare non un demo, ma un vero debut album intitolato proprio "Guardiani di Frontiera". La formazione nel frattempo ha subito degli assestamenti, ma questi sembrano essere stati ben assorbiti e non hanno assolutamente snaturato il sound del gruppo. Lo testimoniano sia i brani ripescati dal già citato demo (sopratutto "Guardiani di Frontiera" e "Jedi", tra i momenti migliori del Cd), sia i pezzi nuovi.
Prima di concedervi sorrisi (ironici o accondiscendenti) alla vista dei titoli e dei testi delle canzoni, pensate che si tratta di quegli stessi argomenti che interpretati in inglese suonano tanto interessanti quanto "metallosi". Si passa, infatti, dalla fantasy più classica de "La Veste Nera" e "Sotto le Stelle" (ispirati alla saga di DragonLance) o "Viridiana" (a quella di Shannara), ad una "Jedi" ovviamente legata all'epopea di "Star Wars". Proprio quest'ultima è una delle migliori canzoni dell'album, ottimi cambi di tempo su una struttura "narrativa" e con passaggi in un crescendo davvero esaltante.
Un debutto vario e completo, dove non stonano nemmeno i momenti acustici della delicata "Sotto le Stelle" (che mi ricorda Branduardi), anche se preferisco la combattiva ed oscura "Elfo Oscuro", l'impatto di una "Guardiani di Frontiera" (che emerge direttamente dalle nebbie della NWOBHM) e gli intrecci corali che concludono una ritmata "Inganno".
Buona la prova dei cinque musicisti, positiva e tutto sommato convincente il nuovo vocalist, Davide Gellera, di fronte ad una prova difficile come il cantato in italiano.
Il suono è discretamente pulito, forse manca un po' di intensità, ad ogni modo la sua resa piuttosto demodè, rafforza ulteriormente il legame con la tradizione dei "prime mover" della scena metal in Italia.
In un periodo in cui le proposte suonano davvero standardizzate, i Guardiani di Frontiera mostrano un lato fresco, e magari ingenuo, di cui avvertivo la mancanza.
Continuano ad avere il mio supporto. Incondizionato.
"... tutto quello che hai di dentro, anima, coraggio e cuore..."
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