Copertina 5,5

Info

Anno di uscita:2016
Durata:46 min.
Etichetta:Nuclear Blast Records
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. I AM THE ANTIDOTE 06:12
  2. RIOT 04:19
  3. MAD TORTURE 05:37
  4. HOLLOW EYES 06:22
  5. RAGE ME UP 04:14
  6. HANGOVER ACTIVATOR 03:33
  7. ONLY (MY) DEATH IS CERTAIN 08:05
  8. P.S.T. 88 02:56
  9. TERROR HUNGRY (CALIFORNIAN EASY LISTENING VERSION)

Line up

  • Samy Elbanna: vocals, guitars
  • Arttu Lesonen: guitars
  • Mirko Lehtinen: bass
  • Ossi Paananen: drums

Voto medio utenti

È evidente che ultimamente la Finlandia e il thrash metal non vanno molto d’accordo. Dopo la delusione dell’anno scorso firmata Speedtrap, speravo di potermi rifare con i Lost Society, ma purtroppo così non è stato. Eppure non stiamo certo parlando di esordienti alle prime armi.

Giunti ormai al terzo album, incredibilmente tutti e tre licenziati dalla Nuclear Blast, i quattro ragazzotti di Jyväskylä non riescono proprio a decollare, nonostante appaia evidente che ce la mettono proprio tutta. Ciononostante, dopo un esordio molto acerbo a cui è seguito un secondo lavoro appena sufficiente, continuano a non riuscire ad emergere dal calderone thrash metal.

La loro proposta non colpisce, si assesta per lo più su mid tempo banali e ripetitivi, e solo raramente riescono a proporre qualcosa di interessante, come nel caso delle più veloci “Mad torture”, “Rage me up” e “Hangover activator”. Se ad una proposta non entusiasmante aggiungiamo poi la voce sfiatata e poco incisiva del singer Samy Elbanna, la frittata è definitivamente fatta.

La cosa che lascia più interdetti, come già accennato, è che queste incertezze e questa pochezza compositiva potremmo aspettarcela da un gruppo all’esordio, di certo non da una band giunta alla terza prova in studio, e appare ancora più strano come possa la Nuclear Blast non accorgersi del flop che ha sotto contratto ormai dal 2013.

Come purtroppo spesso accade ultimamente il packaging è accattivante, la produzione è bombastica, ma alla fine viene a mancare proprio la materia prima, e cioè l’aspetto compositivo. “Braindead” è un album che vi scivolerà addosso senza lasciarvi neanche un graffio, e questo, se permettete, a un disco thrash non posso farlo passare liscio…
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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