Ricordo di aver sentito parlare per la prima volta dei
Bombs of Hades in occasione dell’uscita dell’EP
“Carnivore”, un devastante quattro pezzi di puro swedish death metal con chitarre a zanzara e produzione old style, che feci mio dopo un paio di passaggi sul tubo.
Dell’esplosività degli esordi poco è rimasto nel quartetto scandinavo, di album in album hanno portato avanti un lento, ma costante, processo di evoluzione che, allo scrivente, non ha mai particolarmente esaltato.
“Death mask replica” ci presenta una band con le idee chiare su chi sono e cosa vogliono suonare; abbandonate le sonorità ronzanti e una certa intransigenza di fondo, i
Bombs of Hades del 2016 mischiano con giudizio death e punk,
Motorhead e Entombed, dando allo stesso tempo ampio risalto a linee melodiche e refrain orecchiabili.
Il tutto senza sprecarsi in fronzoli e/o orpelli inutili nel nome di una cruda linearità che, a conti fatti, è uno dei punti di forza dell’album insieme alla solidità del riffing.
Ovviamente non sono tutte rose e fiori. Seppur siano presenti canzoni di buon livello (v. “
Tombsday”, “On pillar of madness”, “The venom”) manca la zampata del killer, che trasforma un album discreto in uno da avere a tutti i costi.
Al termine dell’ascolto rimane forte la sensazione che i
BoH siano una delle realtà più interessanti della “seconda fascia” (di quelle che fanno da termometro ad un genere o ad una scena) e che finalmente abbiano capito cosa fare da grandi. Se volete dare loro fiducia,
“Death mask replica” merita almeno un ascolto.
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