Copertina 6,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2015
Durata:35 min.
Etichetta:W1tch R3cords

Tracklist

  1. WELCOME TO YOUR SUICIDE
  2. THREE METERS UNDERGROUND
  3. SEED OF EVIL
  4. THE ARMY OF SINNERS
  5. THE BLACK LADY
  6. VATICAN'S RUINS
  7. NO REDEMPTION
  8. CRUCIFIXED
  9. EVILANGEL
  10. DROWNED

Line up

  • Muriel: vocals, rhythm, guitar, bass, keyboards, drums
  • Shark: guitar
  • Derrick: drums

Voto medio utenti

Quando si parla di “horror-metal”, è quasi scontato accomunare musica e cinema, in un connubio indissolubile tra mondi affini, entrambi indirizzati (se non impegnati in contemporanea) a generare quell'irresistibile inquietudine che il richiamo per il mistero e l’irrazionale suscitano nell'individuo fin dagli albori della sua esistenza.
E allora, avvalendosi di tale sfruttata analogia, potremo dire che “III: The beast” è un discreto film di “maniera”, impreziosito da intuizioni interessanti ma incapace di emanare il fascino conturbante dei masterieces del settore o un “sense of wonder” in grado di collocare i suoi creatori tra i più autorevoli sfidanti ai grandi “fabbricatori d’incubi”.
Ritornando alla questione puramente sonora, i Madness of Sorrow di Muriel Saracino (ex Filthy Teens), attraverso una miscela d’influenze varia e abbastanza ben amalgamata (Death SS, Marilyn Manson, Type O Negative, Cradle of Filth, Fields Of The Nephilim, …), dimostrano di avere i mezzi tecnici e attitudinali per “impressionare” l’astante e tuttavia talvolta mancano nel dosare ad arte tensione nervosa e attacco epidermico, per un contrasto espressivo non sempre completamente appropriato ed efficace.
Accanto a momenti assai catalizzanti e rabbrividenti come “Seed of evil”, “The black lady” e l’apocalittica “Evilangel”, nel programma dell’albo troviamo frammenti meno coinvolgenti e comunque moderatamente intriganti come “Welcome to your suicide” (una specie di crossover tra Rammstein e Motorhead) e la mortifera “Crucifixed”, mentre né gli squarci black di “Three meters underground” e “Vatican's ruins”, né le scansioni industrial di “The army of sinners” vanno oltre una superficiale gradevolezza, allo stesso modo in cui le allusioni gotiche concesse a “No redemption” e “Drowned” finiscono per fluttuare sull’apparato sensoriale senza soggiogarlo a dovere.
La Bestia si è alimentata di un cibo perverso e sinistro, che forse non è ancora stato del tutto assimilato e dopo i “titoli di coda” il brivido svanisce quasi istantaneamente … attendiamo turbamenti emotivi maggiormente intensi e duraturi.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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