Nel 1996 i
Marilyn Manson sono già considerati la “
next big thing” del rock americano. Dopo il fortunato e valido esordio “
Portrait Of An American Family” e l’acclamata cover di “
Sweet Dreams (Are Made Of This)” degli
Eurythmics, che li lanciò al grande pubblico, danno alle stampe “
Antichrist Superstar”, l’album della consacrazione definitiva, mantenendo le auspicate promesse.
Ancora una volta in sala con loro c’è
Trent Reznor, per alcuni il vero artefice della qualità di questo album, e vero burattinaio del pupazzo
Marilyn Manson.
Al di là di quello che dicono i detrattori (all’epoca la quasi totalità dei metallari, che poi, come per altri episodi del nuovo suono americano, alla lunga hanno finito per apprezzarlo), l’aspetto musicale/compositivo è solo una componente del concept qui rappresentato, concept che dal punto di vista lirico/visuale è importante tanto quanto la musica. Ed è in questi frangenti che viene fuori il genio di
Brian Warner, la sua critica alla società americana, la sua abilità nello giocare con il bigottismo e perbenismo americano, la sua immagine shock che fa pendant con le sue dichiarazioni e la sua affiliazione alla
Church of Satan di
Anton LaVey, da cui mutuerà l’appellativo di reverendo.
Anche in questo caso, i più critici hanno ribadito che nulla vi era sotto il sole, in quanto tutte cose già viste, citando, spesso abusivamente, i
Kiss,
Iggy Pop,
Alice Cooper e tutti i coloro i quali in un certo qual modo avevano, nel corso della storia del rock, giocato a shockare.
Sarebbe impossibile, nel breve spazio di una recensione provare a sviscerare tutto il
background di questo disco. So per certo che è stato oggetto addirittura di tesi di laurea nonché di
libri.
Semplificando enormemente il concept del disco, che è profondamente autobiografico, è la narrazione della crescita umana e spirituale di un ragazzino fino alla sua autorealizzazione come presa di coscienza di essere seziente, di individuo, che rivendica il suo essere estraneo alla massa.
Dal punto di vista musicale è un album oscuro, decadente, gotico, profondamente esoterico, con alcuni pezzi diventi ormai leggendari, su tutta quella “
The Beautiful People” che è diventato un vero trademark per la band.
Il disco si apre con un inno al nichilismo che “
Irresponsible Hate Anthem”, paradigma della furia iconoclasta della band. Altri picchi sono la marziale “
Dried Up, Lied And Dead To The World”, la esoterica “
Tourniquet”, l’iconica “
Mister Superstar”, la decadente e corrosiva “
Kinderfeld”, le conclusive gemme come la violenta “
The Reflecting God” e la funerea “
Man That You Fear”.
“
Antichrist Superstar” è un capolavoro, da qualsiasi punto di vista lo si guardi, ed è il frutto più vero del genio di Brian Warner.
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?