Copertina 6,5

Info

Genere:Gothic / Dark
Anno di uscita:2013
Durata:40 min.
Etichetta:Klasse1 Edizioni

Tracklist

  1. DESIRE
  2. NIGHT OF ILLUSIONS
  3. UNCHAIN YOUR MIND
  4. SORRY LOVE
  5. ETHEREAL VISION
  6. SINK INTO THE BLUE
  7. I NEVER CHANGE
  8. I’M NOT SCARED
  9. GOOD FOR NOTHING
  10. TAKE ME AWAY

Line up

  • Sy: vocals
  • Fjord: guitar, synth, vocals
  • Lara: guitar
  • Frens: bass
  • Hokuto: keyboards
  • Luca: drums

Voto medio utenti

L’ascolto del nuovo albo (il terzo) degli Armonight, titolo “Recover”, mi consente di fare (ancora una volta) la seguente riflessione: in “giro” ci sono davvero tantissime formazioni “underground” interessanti, tecnicamente valide e preparate pure sotto il profilo compositivo, a cui non manca davvero molto per emergere, almeno artisticamente, in maniera significativa.
Il problema, però, è che quel “poco” è diventato fondamentale, in un rockrama costipato e livellato come quello attuale.
Insomma, è innegabile che i vicentini siano piuttosto abili nella produzione di un rock gotico (definizione che non amano molto, in realtà …) ad ampio spettro (comprendente pure qualche bagliore d’ispirazione prog) d’immediata suggestione, irrorato di sfarzose tastiere, pilotato da riff e linee chitarristiche allettanti e da una voce femminile abbastanza espressiva, tuttavia alle loro canzoni, complessivamente piacevoli, manca un pizzico di “carattere”, qualcosa che le sappia distinguere pur rimanendo all’interno dei confini di un genere così codificato e frequentato.
Mi rendo conto che non si tratta di un obiettivo “facilissimo” da conseguire, ma impegnarsi per raggiungerlo deve comunque rappresentare l’obbligo primario di una band come questa, già capace di scrivere e interpretare pregevoli melodie, energiche, passionali, malinconiche e evocative, sebbene un po’ troppo prevedibili e ripetitive.
Mentre attendiamo il salto di qualità “definitivo”, godiamoci “Night of illusions”, “Ethereal vision”, “Sink into the blue” (una sorta di via di mezzo tra Anathema, Evanescence e Cure!), “I never change” (la mia preferita, per la cronaca …) e “Take me away” (con un vago tocco alla Placebo nell’impasto ...), tutto materiale di buona fattura e degno di attenzione.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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Inserito il 21 ott 2014 alle 10:33

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