Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2016
Durata:51 min.
Etichetta:High Roller Records

Tracklist

  1. INTRO
  2. XENOPHOBIA
  3. SELFDESDRUGTION
  4. CROSSES IN CARELIA
  5. CURSED AND CORONATED
  6. SIX HOURS ON THE CROSS
  7. BASE 104
  8. THE DIMHOLT
  9. TO SERVE AND PROTECT
  10. TERRA MATER
  11. THE OLD BOIL
  12. INTRO / MISANTHROPY (LIVE)
  13. SLICED, HACKED AND GRINDED
  14. PROTECTOR OF DEATH

Line up

  • Martin Missy: vocals
  • Michael Carlsson: guitar
  • Mathias Johansson: bass
  • Carl-Gustav Karlsson: drums

Voto medio utenti

Se “Reanimated homunculus” nel 2013 ci ha riconsegnato, a ben venti anni dal loro ultimo album in studio e più in forma che mai una delle più malvagie ed estreme thrash metal band tedesche, il nuovo “Cursed and coronated” non fa altro che confermarne l’ottimo stato di salute, con dieci brani spietati e senza compromessi.

Non ce le mandano certo a dire i Protector, il loro thrash è come sempre micidiale, non lascia respiro, ma soprattutto è pervaso da un senso di malignità palpabile, quasi come se la voce (stupendamente thrash) del veterano Martin Missy e il riffing assassino fuoriescano da un improbabile film horror di serie Z. Nessuna novità stilistica, nessun compromesso, solo violenza allo stato puro, e quel senso di claustrofobia che ti assale fin dalla putrida copertina. Le coordinate stilistiche, come per il precedente lavoro, si rifanno al seminale “Misanthropy”, uscito ormai quasi 30 anni fa. Quindi thrash metal grezzo e spietato, con quelle influenze nere che rendono il tutto più primitivo e oscuro. “Xenophobia”, “Crosses in Caralia”, la titletrack, più lenta e morbosa, o la veloce “Six hour on the cross” sono solo degli esempi di quello che potrete trovare all’interno dell’album, ma gli altri brani non sono certo da meno, infatti la qualità resta costante per tutta la durata del disco, che vede, in coda, anche delle bonus track registrate allo Skullcrusher di Dresda nel 2013, e che sono una buona cartina tornasole per verificare lo stato di salute della band anche in sede live.

Il lavoro dei “nuovi” innesti è encomiabile, sia per quanto riguarda la sezione ritmica di Johansson e Karlsson, sia per il lavoro alla sei corde svolto da Michael Carlsson. D’altra parte non stiamo certo parlando di ragazzini o pivellini, visto che tutti e tre vantano già precedenti esperienze in altre band. Ancora una volta la produzione aiuta l’impresa della band di Missy, consegnandoci dieci gioiellinni di thrash dal suono vintage il giusto, ma non per questo impastato o poco chiaro. Anzi, rispetto al precedente album, che pur suonando molto eighties era un po’ spompato, ora si è guadagnato anche in potenza. In definitiva un altro ottimo tassello va ad inserirsi nel mosaico dei Protector e della scena thrash crucca. Se amate queste sonorità non esitate e fate vostro “Cursed and coronated”, ne rimarrete senz’altro affascinati.
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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