Copertina 6,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2016
Durata:48 min.
Etichetta:MDD Records

Tracklist

  1. ARCKANUM DER TIEFEN
  2. SARKOMAND
  3. NACHTWIND
  4. TRAUMTURM
  5. GEZEITENSTÜRME
  6. WINDSCHREITER
  7. BLINDES CHAOS
  8. MONDSUCHT
  9. NACHTWIND (ACOUSTIC VERSION)

Line up

  • Rolf Quast-Janßen: vocals
  • Mathias Junge: guitars (lead), vocals (clean)
  • Arne Uekert: guitars (rhythm), bass
  • Jan Westermann: drums, vocals (clean), piano

Voto medio utenti

"Sarkomand" è la ristampa dell'album che i tedeschi Ctulu avevano rilasciato nel 2011 e sancisce l'inizio della collaborazione tra il terzetto della Sassonia e la MDD Records, attuale etichetta dei Nostri.
La scelta della ristampa non è casuale: da una parte l'album in questione era praticamente introvabile, dall'altra, a detta di quelli che ne sanno, esso rappresenta, ad oggi, la migliore realizzazione di un gruppo che, pur essendo tedesco, rivolge il suo sguardo alla scena estrema svedese degli anni '90.
Le composizioni dei Ctulu, il cui nome evidenzia chiaramente l'influenza lovecraftiana, sono, infatti, ispirate fortemente a band come i Dissection (ovviamente), i Sacramentum dell'indimenticabile "Far Away from the Sun" o i Necrophobic e fanno, per tanto, della commistione tra melodia e violenza il loro tratto distintivo e la loro più intima essenza.
Da una parte ascolterete il classico riffing gelido delle band sopra citate, con un vago sentore thrash sullo sfondo, dall'altra, invece, saranno le melodie, spesso epiche, a diventare protagoniste, il tutto all'insegna di un album aggressivo, veloce, suonato e prodotto in maniera adeguata alla proposta.
I Ctulu, per quanto ci è dato di capire, si limitano ad "omaggiare" i loro modelli e non sembrano avere l'intenzione di inserire innovazioni nel loro suono: la scelta è certamente ponderata e, tutto sommato, vincente dal momento che questo "Sarkomand" si dimostra un album di buona qualità con spunti interessanti e momenti "anthemici" che certamente saranno in grado di fomentare tutti i nostalgici di un suono che, nonostante il passare degli anni, mantiene il suo fascino oscuro.
Se le atmosfere a la "Where Dead Angels lie" vi hanno sempre messo i brividi, vi consiglio di dare un ascolto a questo album ed a questa band che sa come farci rivivere certe emozioni mai sopite.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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