Desaster - The Oath of an Iron Ritual

Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2016
Durata:47 min.
Etichetta:Metal Blade Records

Tracklist

  1. INTRO (THE OATH)
  2. PROCLAMATION IN SHADOWS
  3. END OF TYRANNY
  4. THE CLERIC'S ARCANUM
  5. HAUNTING SIREN
  6. DAMNATIO AD BESTIAS
  7. CONQUER & CONTAMINATE
  8. THE DENIAL
  9. THE OATH OF AN IRON RITUAL
  10. AT THE ECLIPSE OF BLADES

Line up

  • Infernal: guitars
  • Odin: bass
  • Tormentor: drums
  • Sataniac: vocals

Voto medio utenti

Io ai Desaster sono affezionato!

I tedesconi di Coblenza, brutti, sporchi e cattivi, se ne vanno in giro dalla fine degli anni '80 suonando il loro black thrash metal, fottendosene di tutto e tutti, in barba alle mode ed a qualsiasi forma di ammorbidimento.
Hanno pian piano perso quel tocco medieval-epic che avevano agli esordi e che mi ha fatto innamorare di loro (sebbene di tanto in tanto esso emerga ancora oggi), ma hanno sempre prodotto album di tutto rispetto che, ciascuno dall'inizio alla fine, ti prendono a calci in culo in maniera irrispettosa e, lasciatemelo dire, irresistibile.
Il nuovo "The Oath of an Iron Ritual" non fa eccezione alcuna.
Dieci canzoni imbestialite, violente, aggressive, addirittura con inediti spunti "melodici" (la parte finale della bellissima "Proclamation in Shadows"), all'insegna di un fierissimo black thrash che ha pochi paragoni in quanto a qualità e dedizione.
Il riffing del sempre più pelato Infernal è, come di consueto, tanto semplice quanto fottutamente geniale: poche note e la sua sei corde scatena letteralmente l'inferno (anche in omaggio al suo stage name), un inferno sul quale marcia come un carro armato una inarrestabile sezione ritmica, precisa e lineare, e sul quale si erge tutto lo sdegno delle vocals al vetriolo di un Sataniac sempre più convincente dietro al microfono, con un risultato finale fatto di pura devastazione e sapienza compositiva che non teme rivali.

I momenti esaltanti (leggi: i singoli brani) si sprecano sul nuovo album: gli intrecci musicali tra Destruction, Kreator, Dissection e foreste norvegesi danno vita a canzoni "perfette" perchè da manuale del genere e non lasciano un attimo di respiro all'ascoltatore assalendolo alla gola con note taglienti come lamette ed atmosfere a metà tra la puzza di zolfo e le reebok anni '80 anche quando il gruppo rallenta i ritmi negli immancabili momenti anthemici dell'album.
Insomma "The Oath of an Iron Ritual" è l'ennesima dimostrazione della superiorità di un gruppo che nel suo ambito non sbaglia davvero MAI!

Per quanto mi riguarda, assolutamente imprescindibili.

Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 09 apr 2016 alle 16:57

D'accordissimo con la recensione, uno di quei gruppi che non ha mai tradito e che non comincia certo ora... Buon album ottima band

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