Prima di ascoltare metal, più o meno tutti siamo passati da MTV. Ok, era un tempo in cui MTV metteva roba buona, non la (pressoché totale) merda di adesso, però bene o male (quasi) ognuno di noi ha ascoltato gruppi “radiofonici”.
I
3 Doors Down sono sempre stati tra i miei preferiti, fin dall’esordio di “The Better Life” 16 anni fa, rimanendo poi nella parte soffice del mio cuore fino ad oggi, con naturali alti e bassi. Dal singolo “Kryptonite” al bellissimo “Seventeen Days”, passando per la ballatona strappalacrime e mutande “Here Without You”, i 5 ragazzotti del Mississippi non hanno quasi mai sbagliato un colpo, dimostrandosi una delle band più prolifiche e di qualità del panorama alternative rock americano e mondiale.
Dopo 5 anni dall’ultimo “Time of My Life”, esce quindi per Republic Records questo “
Us and the Night”, a festeggiare un ideale ventennale dalla formazione della band nel lontano 1996 e..niente, va detto che gli anni alla fine passano per chiunque e il tempo viene a bussare alla porta di tutti.
I 3DD non hanno cambiato una virgola del loro sound nel corso degli anni, il che può essere visto sia come un vantaggio sia come un tremendo svantaggio, non disorientando mai i fan di lunga data ma nemmeno sorprendendoli mai con qualcosa di nuovo, qualcosa magari in grado di raccogliere nuovi consensi.
Il che si riduce a una decina abbondante di pezzi che gravitano dal radio-friendly all’eccessivo radio-friendly, con un paio di picchi qualitativi quali l’opener “
The Broken” o una “
Living in Your Hell” che strizza vagamente l’occhio ai Foo Fighters. Il resto si barcamena nel piattume di un qualcosa sentito e risentito mille volte, fatto bene ma tanto, troppo uguale a quanto già sentito in 15 anni di carriera discografica ad alti livelli.
I
3 Doors Down danno l’impressione di essersi ormai arenati in un porto troppo sicuro, col rischio di sedersi eccessivamente sul successo del passato. Come un vecchio marinaio che si limita a raccontare nostalgicamente storie del suo passato, così gli americani sembrano contare troppo su quanto fatto in passato, senza la volontà di innovare, col risultato che “
Us and the Night” è un album un po' povero di contenuti, pur di buonissima forma. Funziona ancora, ma per quanto?
Quoth the Raven, Nevermore..
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