Copertina 7,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2016
Durata:50 min.
Etichetta:Massacre Records

Tracklist

  1. SOUNDS OF EVIL
  2. LIFETIME IN HELL
  3. TOMORROW'S CHILD
  4. CRASH & BURN (IDIOT'S DELIGHT)
  5. SEIZURE
  6. JOHNNY
  7. THE CALLING
  8. RIVER RUNS BLACK
  9. BLACKOUT
  10. FALL FROM GRACE
  11. SUICIDAL DAWN

Line up

  • Lou Falco: vocals
  • John Iadevaio: bass
  • Michael Iadevaio: guitars
  • Dan Malsch: guitars
  • Mike Nack: drums

Voto medio utenti

"Lifetime in Hell" è l'album che i Wicked Maraya avevano già pronto nel 1991 (peraltro registrato con Jim Morris ai Morrisound Recording) ma che poi non era mai stato pubblicato, rinviando così il proprio esordio discografico al 1994 con "Cycles", dove viene riproposta la sola "Johnny".

I newyorkesi recuperano "Lifetime in Hell" ora, a venticinque anni di distanza, andando a integrarlo con un paio di nuovi brani, "Fall from Grace" e "Suicidal Dawn", che assolvono anche il gradito compito di testimoniare il ritorno in attività dopo un lungo silenzio.
Guardando proprio a queste nuove canzoni ritroviamo dei Wicked Maraya potenti e creativi, che si confermano una band mai banale e scontata, dotati di eccellenti mezzi esecutivi e compositivi.
Tuttavia il pezzo forte è rappresentato dal lotto di canzoni più datate, di fronte alle quali appaiono davvero inspiegabili le ragioni che le hanno tenute nell'ombra per tutti questi anni, a spaziare tra sonorità che rimandano ai primi Crimson Glory, Savatage e Queensryche, tirati subito in ballo dall'opener "Sounds of Evil" e poi dall'ottima "Tomorrow's Child" e dalla già citata "Johnny". Qualche escursione in campo Speed and Thrash, con la titletrack, "The Calling" e la conclusiva "Blackout" con qualcosa degli Iced Earth o dei Metallica, ma qua e là possono venire in mente anche i Metal Church o i Sanctuary. Tuttavia non manca nemmeno del robusto Hard & Heavy, come quello che trasuda da "Crash & Burn (Idiot's Delight)", pur caratterizzata da un chorus decisamente manowariano. Tra i pezzi più riusciti si segnala l'epica e teatrale "River Runs Black", sottolineate dalla chitarra di Dan Malsch e da una interpretazione più che convincente da parte di Lou Falco.

Una formazione alquanto versatile, nel songwriting ma soprattutto nella figura del suo cantante, e lo confermerà negli anni a venire, senza però la necessaria continuità.
Avrebbero meritato miglior fortuna.



You want it all, but you can't read it
It's in your face, but you can't read it
What is it? It's it
What is it? ... it's the review
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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