Preannunciato come un ritorno a vecchie sonorità black metal pure senza abbandonare lo stampo pagano caratteristico della band, ecco che a ben cinque anni dal precedente (e splendido) "
Varjoina Kuljemme Kuolleiden Maassa" tornano i
Moonsorrow, inalterati non solo nella loro lineup capitanata come al solito dai cugini
Sorvali ma anche nella direzione musicale.
"
Jumalten Aika", il tempo degli Dei, è un disco meraviglioso, epicamente commovente, eroico e fiero come ce ne sono pochi in giro.
Checchè ne dicano le note biografiche o le dichiarazioni rese dalla stessa band, già il disco precedente aveva pigiato nuovamente sull'acceleratore, tornando ad enfatizzare anche le partiture più aggressive o violente, ma senza richiamare assolutamente gli esordi pre-"
Kivenkantaja" del 2003 nè tantomeno accantonare tutte quelle magiche caratteristiche viking folk che i Moonsorrow riescono a rendere uniche, con cori sublimi, di una cura unica grazie ad una realizzazione certosina, una produzione quasi cinematografica (pur senza stavolta tutte le introduzioni e le narrazioni usate in ""Varjoina Kuljemme Kuolleiden Maassa").
E' quindi da "
V: Hävitetty" del 2007 che i Moonsorrow hanno iniziato questo cammino a ritroso, quasi "anticommerciale" potremmo dire, ammesso che ci sia mai stato qualcosa di commerciale nella loro proposta, fatta di brani della durata di un quarto d'ora urlati in lingua finlandese, ma la cosa che incanta è che la qualità rimane sempre altissima, quasi inarrivabile, e la doppietta iniziale costituita dalla title track in apertura seguita dalla maestosa "
Ruttolehto", il cui break centrale con il crescendo dei cori si segue con i brividi, con gli occhi chiusi immaginando i nostri intorno al fuoco, con la neve che scende e le intemperie, i torvi uccelli che minacciosi scrutano dall'alto, i tamburi di guerra che risuonano in sottofondo, gli zufoli e ed i violini che accompagnano le declamazioni del capotribù e del suo popolo, fino all'esplodere totale del pathos in uno dei chorus più epici che abbia mai avuto modo di ascoltare nella mia vita, ed inutile dire quanto questo brano sia candidato ad uno dei migliori della loro immensa discografica.
"
Suden Tunti" è un po' il crocevia del disco, l'unico brano di "breve durata" con i suoi sette minuti cadenzati e tortuosi, prima di piombare nella seconda metà del disco, nuovamente con due brani della durata di oltre un quarto d'ora, e nuovamente immersi nella feroce naturalità di "
Mimisbrunn", ennesimo viaggio nell'universo pagano dei Moonsorrow, da sempre scevro di tutte le componenti danzerecce o folk intese come atmosfere allegre o rilassate ed invece denso di rabbia, battaglia e ferocia, come suggellato dalle sfuriate simil black metal che ogni tanto emergono tra le sanguinose poesie raccontateci con cotanta grazia dai cinque finnici.
L'onore di chiudere un'opera pressochè perfetta come "Jumalten Aika" va alla conclusiva "
Ihmisen Aika", ovvero "
L'era dell'uomo", che suggella una prestazione magistrale, l'ennesima, della band di Helsinki, con un brano tiratissimo, questo sì pienamente black metal come loro non suonavano da anni, in cui si scatena la battaglia, le urla di guerra coprono l'odore del sangue caldo che affonda nella neve, mentre tutto intorno a noi brucia e rovina, con il mare sullo sfondo che infuria, incurante di ogni sorte umana.
Nell'epico coro conclusivo ci abbandoniamo, in un finale devastante, che mette a dura prova le nostre emozioni:
"Ikuinen rauta
Vapauta minut tästä
Sivalla niitä jotka valkeus lumosi
Tuli ja kuolo
Tuhotkaa sodan airut
Tai teistä jokaisen iäksi kiroan
Ja kukuni viimeisen kirjoitan"
"Eternal iron
Free me from this
Lash all those enchanted by light
Fire and death
Destroy the harbinger of war
Or I'll curse you all for eternity
And write my final chapter"
In un'epoca triste, buia, per la scena metal, ormai purtroppo invaso dalla forma e sempre più vuoto di sostanza, in cui ormai la fanno da padrone sciacquette giapponesi prestate dagli hentai, trucidone dal porno o ragazzini brufolosi con la frangetta e la gelatina che fanno a gara a scegliere il nome della band più lungo ed astruso e quando ti verrebbe voglia di chiudere baracca e burattini e rituffarsi a piene mani nel metal di tanti anni fa, i Moonsorrow ti ridanno la speranza per il futuro e la certezza di poter ascoltare ancora Musica Metal, entrambi con la M maiuscola, di pura passione, qualità, rabbia.
Il fatto che a pubblicare questo disco sia proprio la Century Media... beh, lo voglio interpretare come un segno.
Degli Dei, appunto.
Ps: ciliegina sulla torta più buona del 2016, le cover della limited edition ovvero "Soulless" dei
Grave e "Non Serviam" dei
Rotting Christ, non solo ottime scelte ed ottimi gusti anche in campo death/black metal da parte dei Moonsorrow, ma anche rese in maniera esemplare e magnifica!