In vene di pulizie di primavera,
Lita Ford assembla una band, qualche grande nome come special guest e ci propina una serie di brani accantonati nel corso della carriera e mai pubblicati prima.
Facendo della facile ironia, potremmo dire che se nessuno ha voluto pubblicarli prima, forse un motivo c'era.
Ma leggendo in giro i vari commenti su questo album ho capito molte cose. Dentro questo disco, infatti, potrebbe esserci di tutto. Non importa, forse tanti manco lo hanno ascoltato. In copertina c'è scritto Lita Ford, e anche se in carriera è più famosa per i flirt più o meno noti che per la musica che ha scritto, va bene così. La incensiamo a prescindere perché ha scritto (o le hanno scritto?) due cose decenti e per il resto ha solo ammorbato il mondo per anni.
Bene, bravi tutti.
Io mi rifiuto di accettare una cosa del genere, perché per me (e forse, spero, per qualcun altro ancora) la musica è una cosa seria. C'è spazio per tutto il contorno che volete, ma la prova del songwriting, del disco e del live non perdona.
Lita Ford è una songwriter mediocre, una chitarrista normalissima e una cantante appena sufficiente. Se ci vedete altro meglio per voi, io non solo ci ho visto poco in passato, ma quello che arriva negli ultimi anni avvalora solo la mia tesi.
Questo disco è una noiosa proposizione di clichè hard rock, che nulla ha di straordinario, nemmeno quando gli ospiti illustri arrivano a cercare di risollevarne le sorti.
Fidatevi, potete usare i vostri soldi in modi decisamente più consoni.
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