La precedente realizzazione, il MiniCD/DVD "We Will Take You With Us", era un'uscita chiaramente transitoria ma che aveva creato non poche aspettative per il secondo full lenght degli Epica. Una fiducia che era stata ravvivata dall'ottimo, seppure breve, concerto tenutosi poco tempo fa di supporto ai Kamelot, dove gli Epica avevano proposto in anticipo all'uscita del disco un paio di pezzi nuovi. Ed ora "Consign To Oblivion" mantiene tutte le promesse: un album di livello assoluto, per qualità compositiva, esecutiva ed anche nei suoni. Lascio volutamente da parte il discorso originalità, perchè questo è un terreno minato, sebbene, a mio parere gli Epica, escano illesi anche da questa prova, in quanto hanno mantenuto una propria identità, evitando di farsi condizionare dal richiamo di quel successo in cui sono incappati recentemente diversi gruppi guidati da una frontwoman e che si muovono su sonorità più o meno simili.
Evidenti i passi avanti rispetto al debutto "The Phantom Agony", le componenti orchestrali e sinfoniche sono ancora più marcate, un perfetto ibrido tra Therion, Rhapsody ed ovviamente Nightwish, che mette in risalto gli sforzi fatti negli arrangiamenti e per le parti corali, dove credo abbia influito molto il coinvolgimento nella produzione di Sasha Paeth.
Sopratutto, Simone Simons ribadisce che, oltre all'aspetto fisico, madre natura l'ha dotata di una gran voce e del talento necessario per sfruttarla appieno (vedasi ad esempio la sua prestazione sulla veloce "Mother of Light"), inoltre ha trovato dei compagni d'avventura in grado di supportarla a dovere, a partire da Mark Jansen, fondatore degli Epica dopo il termine della sua precedente avventura con gli After Forever, che oltre alle chitarre si propone nuovamente nelle parti cantate in growl e scream (grande anche la sua performance su "Mother of Light"). I suoi scambi vocali con Simone tratteggiano i momenti più heavy del disco, invece quelli melodici sono rappresentati da "Blank Infinity" e da "Trois Vierges". A proposito di duetti, su quest'ultima canzone spicca quello tra Simone e Roy Khan, in grado di dare valore aggiunto ad una ballad che altrimenti sarebbe caduta nell'ordinario. Grande anche l'impatto melodico garantito da "Solitary Ground", non per nulla scelta come primo singolo per il disco, davvero in grado di catturare l'attenzione di un pubblico più vario e meno settoriale di quello "tipico" per gli Epica.
L'anima heavy del gruppo si leva invece con la cattiva (sopratutto per la performance di Mark Jansen) "Force Of The Shore", mentre "The Last Crusade" eccelle per l'impatto epico (stupendi i chorus!) e "Quietus" per il suo flavour folk/medioevale. La conclusiva e lunga titletrack sembra in grado di sintetizzare ogni aspetto sin qui proposto dagli Epica, facendoli confluire in una canzone dall'inizio cinematografico ma dall'andamento dirompente, con toni epici ed allo stesso tempo drammatici.
L'artwork e le liriche sembrano essere spesso legate alla storia ed alla cultura Maya, anche se non sono certo che si tratti di un concept album... ma non ho dubbi che "Consign To Oblivion" sia un ottimo album!
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