La band genovese, dopo il debut "Hollow Man " del 2013, torna sul mercato con questo nuovo lavoro "Cosmogony ", ed alza decisamente il tiro. Il principale pregio dei No Man Eye è quello di aver forgiato un suono personale, una sorta di techno-thrash con aperture melodiche ed accenni addirittura sinfonici. A farla da padrone sono sicuramente i riff veloci e tecnici di Andrew Spane, e gli assoli spesso con venature neoclassiche ("Spiders ", la splendida strumentale titletrack ), fanno capolino anche le tastiere che rincorrono le chitarre (" Bound To Doom") , altrove è la velocità tipicamente thrash ad imporsi seppur sempre stemperate dall’impronta melodica (“Children Of War”, “Blossoms Of Creation”) .Buona anche la sezione ritmica, protagonista di un gran lavoro, potente e vario su tutto l’album, mentre a mio avviso la voce di Fabio Carmotti avrebbe dovuto essere piu’ dura per dare maggior enfasi alle liriche che parlano di un viaggio spirituale/fantascientifico della mente.
Insomma, “Cosmogony”, prodotto nel Dead Tree Studio del chitarrista Andrew Spane, che si è occupato anche dei testi, porta una ventata di aria fresca in un panorama spesso chiuso su se stesso. Consigliato agli amanti di Nevermore, Symphony X ed Angel Dust piu’ duri.
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