A volte l’unica cosa che serve è ascoltare un buon disco di puro death metal.
Niente fronzoli, niente sperimentazioni, ma solo un solido disco con gli attributi che non deluda dall’inizio alla fine.
Se anche a voi è capitato di pensarla come me, allora
“Retaliation”, nona fatica dei teutonici
Obscenity, fa al caso vostro.
Le dieci canzoni che compongono il cd non mostrano punti deboli, amalgamando sonorità europee (v.
[Vomitory) e d’oltreoceano (v.
Cannibal Corpse, Malevolent Creation e in minima parte anche
Monstrosity) con evidente sicurezza ed esperienza.
Gli inserti melodici (valga come esempio il solo in
“Embracing the plague”) si incastrano bene nelle strutture più brutali e compresse che stanno alla base di ogni traccia, sia quando la band decide di pigiare sull’acceleratore, sia quando rallenta per rifiatare (davvero buona l’intesa della sezione ritmica composta dal batterista
Sascha Knust e dal bassista
Jörg Pirch)
Pur essendo un album molto solido, grazie anche al lavoro in sede di registrazione del produttore
Stefano Morabito (già visto all’opera con
Fleshgod Apocalypse e Hour of Penance. ), canzoni come la già citata
“Embracing the plague”, “Abandon all hope”, “Soul eater” e “Claustrophobic hell” promettono di esser protagoniste anche dal vivo.
In definitiva
“Retaliation” non sarà l’album che vi cambierà la vita, ma sicuramente vi regalerà 45 minuti di sano ed onesto death metal.
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