A distanza di anni dall’ultimo lavoro, tornano gli abruzzesi
Zippo con un nuovo album intitolato “
After us”. La band nostrana ha sempre portato avanti un valido progetto in ambito heavy stoner grazie ad un sound turgido e compresso, ricco di atmosfere cupe, riferimenti doomeggianti e sludgy, ma con una certa attenzione agli aspetti melodici ed alla fruibilità. Queste caratteristiche trovano conferma anche ora, come notiamo subito nelle sferraglianti e sinistre “
Low song” e “
After us”, brani massicci dall’incedere magmatico concentrati nei canonici tre minuti.
Più dilatata “
Familiar roads”, con una prima parte che sfiora l’ambito drone-ambient ed una seconda potente ed evocativa. Col procedere del disco incontriamo aspetti più metallici, come la rabbiosa e quasi industriale “
Stage6” dove emerge il cantato ruggente di
Davide Straccione, ma anche stimoli di alternative-rock dalle tinte ombrose e trasversali (“
Summer black”).
Nella conclusiva “
The leftovers” sono invece concentrate le influenze più psichedeliche, con uno sviluppo ipnotico che ricorda i primi Monster Magnet, ed è sicuramente il pezzo più sperimentale del lotto.
Dopo un decennio di musica e concerti in giro per il mondo, gli
Zippo consolidano la loro maturità artistica e la propria coerenza con un disco impegnativo ma denso di stimoli e significati.
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