Ricordo come fosse ora il clamore suscitato dai Demon nel lontano 1982 grazie all’album “The unespected guest”, incensato un po’ovunque ed in modo particolare in Gran Bretagna come capolavoro di NWOBHM oscura. Ricordo altrettanto bene il moto di delusione che provai dopo averlo acquistato, non perché fosse un brutto disco nel suo genere ma perché si rivelò assai distante dalla mia concezione di rock oscuro e misterico.
Ormai sono trascorsi un paio di decenni ed ho pienamente rivalutato quel disco ed i Demon stessi, lasciando perdere le etichette più o meno azzeccate ed accettando il gruppo per ciò che è: una buona band di heavy rock melodico nata e cresciuta nel segno della “british wawe” e mantenutasi pura ed incontaminata lungo l’arco dell’intera carriera.
Nell’epoca di riflusso che stiamo vivendo ha perfettamente senso trovarci di fronte ad un nuovo lavoro di Hill e soci, constatando che non hanno fatto altro che essere sé stessi. Esperienza decennale, validità strumentale, stile consolidato, una manciata di riffs forgiati nell’acciaio britannico talvolta addolciti dal sapiente tocco delle tastiere (“title-track, Taking on the world”), i classici ritornelli anthemici da cantare con il pugno levato (“Standing on the edge, Obsession”), atmosfere epiche dal fiero cipiglio (“Dead of the night, Warriors”) ed anche una bella deviazione romantica ed appassionata (“Change”), ogni cosa appare al suo posto esattamente come ce la saremmo aspettata, nel segno della tradizione, della continuità e della coerenza.
Ancora una volta i Demon si stringono intorno al proprio leader Dave Hill, personalità esuberante e carismatica che appartiene alla medesima scuola di personaggi come Paul DiAnno, Biff, R.J.Dio, ecc, uno di quei cantanti che con le loro interpretazioni ed il loro coinvolgimento possono accendere episodi altrimenti spenti ed anonimi.
Se “Better the devil you know” fosse stato pubblicato nei primi anni ’80 oggi certamente sarebbe considerato un classico al pari degli altri celebrati albums di questa band, uscendo ora è perlomeno la conferma che i Demon possiedono ancora sufficiente classe per offrirci un heavy rock di qualità.
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