I nipponici
Balflare hanno già realizzato quattro dischi, che però non sono mai andati al la dei confini dell'Impero del Sol Levante. A rimediare giunge ora l'etichetta tedesca
Fastball Music che ci ripropone "
Downpour", il quarto e ultimo (almeno per il momento) album dei
Belfare, uscito originariamente nel 2012, un concept album incentrato su miti e leggende delle loro lande di origine, mentre musicalmente è ispirato da sonorità di tutt'altre latitudini. Siamo, infatti, dalle parti di gruppi come Heavenly, Thunderstone, Dreamtale, e soprattutto Sonata Arctica e Stratovarius, veri capostipiti del genere.
"
Downpour" non si fa mancare nulla, l'inevitabile intro ("
Koiranilma"), un bel lotto di canzoni sparate (su tutte "
Lost" e "
Crave the Dark"), la triste ballad ("
I'm Your Shadow"), ma anche un paio di brani inutili, come nel caso di quella "
From the Edge of Time" che sembra una canzoncina poppegguante e zuccherosa buttata lì, un po' a caso.
Le tastiere e i synth fanno a gara con gli assoli di chitarra nel tentativo di dominare le scena (come testimoniano, ad esempio, lo strumentale "
Rain’s Realm" o "
Syzygy") e la voce di
Eijin Kawazoe, alla sua terza prova con i
Belflare, relegata in secondo piano e comunque in difficoltà quando c'è da salire di tono e nei momenti più arditi, quindi accostabile anche in questo a Tony Kakko. Non per niente "
Unite", la titletrack e la conclusiva "
In the End of Journey" rimandano spassionatamente ai Sonata Arctica.
Un recupero più utile a preparare la strada per un eventuale prossimo lavoro dei
Belflare, che a riscoprire un tesoro andato perduto.
I was born to
reviewHear me while I
write... none shall hear a lie
Report and
interview are taken by the will
By divine right hail and
write
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