Copertina 7

Info

Anno di uscita:2005
Durata:67 min.
Etichetta:Loudblast

Tracklist

  1. 5 A.M.
  2. LAST NIGHT (I DREAMT IN TECHNICOLOR)
  3. WHEN TEARDROPS TURN TO GRAINS
  4. FRACTUREFLEX
  5. CATCHIN’ FLIES IS MY FIRST JOB
  6. THE LI(N)E BETWEEN US
  7. ELECTROLYTE
  8. WHAT A WONDERFUL MASK
  9. MY HALO
  10. HIC SUNT ELEPHANTES

Line up

  • Giuseppe Capozzo: vocals
  • Paolo Mureddu: guitar
  • Gigi Modugno: bass
  • William Novati: keyboards
  • Claudio Sambusida: drums

Voto medio utenti

Avendo recensito un loro demo, ero a conoscenza della sostanza eclettica dei Cloven e della particolarità di una proposta estremamente trasversale, difficilmente inseribile in un contesto preciso e definito. Quindi il debutto su lunga distanza del gruppo meneghino, accasatosi con la Loudblast, non mi trova impreparato e conferma pienamente le ipotesi di un’ulteriore inasprimento in senso sperimentale.
Quello dei Cloven è un indirizzo certamente moderno, che possiede ancora radici nel terreno heavy rock ma si è ramificato nelle pesanti contaminazioni e negli incastri di stili disparati. Non è un progetto di facile attuazione perché il rischio di intrecciare i fili sbagliati è piuttosto elevato, però i lombardi riescono a dimostrarsi bravi tessitori e le trame dell’album restano quasi sempre chiare e sensate, sfuggendo a quella voglia di strafare che coglie sovente le formazioni contemporanee e le porta a produrre pastoni ingarbugliati ed indecifrabili.
In questo disco la colonna portante è senz’altro l’elettronica, onnipresente, ricercata e fantasiosa, che di volta in volta viene amalgamata a differenti componenti rock, in modo da avere ogni singolo brano padrone di una propria atmosfera, una struttura distinta e qualche sorpresa aggiuntiva. Notevole il lavoro compiuto sui dettagli, evidente l’approccio ragionato della band alla stesura delle canzoni, positiva la varietà dei profili che riescono a colpire l’attenzione. Che sia la gelida rarefazione di “5 a.m.” o le ritmiche frastagliate e nervose di “Last night”, le complesse intuizioni cyber-rock come “Fractureflex” e “Electrolyte” o lo scorrevole connubio pop-elettronico in “When teardrops turn to grains” che d’improvviso si apre a delicatezze free-jazz, i Cloven riescono ad utilizzare bene le tante loro influenze rimanendo accessibili seppur intricati, forti di numerose giravolte ritmiche, di strati multipli di effettistica ed ancora di ottime linee melodiche, vedi l’orecchiabilità passionale di “The li(n)e between us”.
Certo i Cloven viaggiano in direzioni molto distanti dai generi heavy tradizionali e richiedono una mentalità aperta agli esperimenti e ad una certa modernità musicale, superato lo scoglio della loro “diversità” si rivelano comunque un gruppo intelligente e maturo. Il loro album ha molti punti d’interesse e le soluzioni articolate che contiene oltre a rappresentare un buon ascolto, formano una solida base per il futuro.

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