Da bambini si scherzava a farsi il cappottone, si sceglieva un soggetto che si prestasse all’operazione, gli si buttava un cappotto sulla testa e lo si riempiva di schiaffi. È questo l’effetto che fa “Red On Chrome”, secondo disco dei Crowpath, svedesi di Gothenburg. La differenza, però, tra i miei ricordi di infanzia e questo disco, sta nel fatto che tu ascoltatore non ti limiterai a ricevere qualche schiaffo, perché intorno a te non ci saranno bambini delle scuole medie, bensì quattro svedesi incazzati neri, fatti fino al midollo di cocaina, armati di spranghe di ferro e martelli che ti ridurranno in una poltiglia sanguinolenta di carne tumefatta.
Non ci credete, vero?
Frenesia nei colpi, violenza parossistica, furia incontrollata, dissonanze, occhi iniettati di sangue, vene ingrossate sul collo e sulla fronte, muscoli tesi allo spasmo, urgenza assassina, velocità scriteriata, urla isteriche, convulsioni, naso e orecchie che sanguinano. Grind, death, noise, postcore e qualsiasi altro fottuto genere di musica estrema che il buon Dio ci abbia donato per farci del male. Questo è molto di più sono i Crowpath.
Sembra di sentire pezzi dei Dissecting Table suonati con strumenti normali, nella miglior tradizione rumoristica giapponese, infettati dai germi di Converge e Iron Monkey, quando non dai Discordance Axis.
Non vale mettersi a citare pezzi alla rinfusa. Fatevi questo tunnel della follia fino in fondo, fino a che di voi non sarà rimasta nessuna traccia, fino a che non sarà rimasta nemmeno l’ombra.
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