Copertina SV

Info

Anno di uscita:2015
Durata:31 min.
Etichetta:Overdub Recordings

Tracklist

  1. DOUBLE Y CHROMOSOME
  2. BON APPETIT
  3. DR. JEKYLL & MR. HYDE
  4. LIFE IS GOOD
  5. YOU
  6. MEASURE
  7. MUTE MAN
  8. AIR
  9. VACUUM

Line up

  • Ivan Patey: vocals
  • Valentine Matvieiev: guitars
  • Eugene Skokov: bass
  • Max Nazarets: drums

Voto medio utenti

Questa deve essere stata una sorta di espiazione per qualche peccato commesso in questa o qualche precedente vita.

E' stato più arduo reperire informazioni su questa band (progetto?) praticamente introvabile su internet, se non il relativo ascolto del disco su spotify o itunes, che ascoltare il disco stesso, il che è tutto dire.

I F@B dovrebbero, il condizionale è d'obbligo, provenire dall'Ucraina e ciò che è certo è che il sound proposto in questo "Talmbout'Dat" è un crossover tra nu-metal un po' korniano, hardcore urbano biohazardiano dei bei tempi, qualcosa a metà tra il grunge e l'elettronica, in un pout pourrì di suoni ed ambientazioni davvero variegato e particolare, il tutto addirittura con inserti in lingua madre, tanto per non farci mancare proprio nulla.

Senza album dubbio la band a cui si ispirano maggiormente, come sonorità ed attitudine, è quella dei Rage Against the Machine, con quella sorta di aggressività contro il sistema contro tutto, molto anni '90 sia come stile sia come scelta dei suoni, e questo è senza dubbio un bene.

Certo è che la proposta è decisamente particolare e senza dubbio indigesta a chi non mastichi con disinvoltura tali territori, ma bisogna riconoscere ai F@B una innata capacità nel creare chorus e linee vocali melodiche molto coinvolgenti e "fomentanti", come nell'opener "Double Y Chromosome" che nonostante una parte rappata da brividi - non in senso positivo - sfocia in un ritornello impossibile da non memorizzare e gridare a squarciagola, se solo uno avesse i testi.

Se le parti in rap non fossero pressochè predominanti questo "Talmbout'Dat" sarebbe probabilmente un buonissimo album di post hardcore, farcito da qualche buon inserimento elettronico, ma a causa di tali presenze lo raccomandiamo solamente ai più open minded che non siano affatto disturbati da questo odioso parlato sincopato che a mio avviso non si sposa minimamente con il metal, a meno di farlo nei rabbiosi chorus come in "Bon Appetit", inascoltabile fino a quel momento.
Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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