Ogni tanto è bello lasciarsi stupire dalle segnalazioni che ci vengono fatte. Infatti, le sorprese più belle sono quelle che non ci aspettiamo.
Cosi come questo gruppo musicale greco appena conosciuto ed in fase di recupero. Nato nel 2000 con due album all'attivo ed uno nuovo in arrivo quest'anno. Il genere potrebbe essere definito semplicemente come progressive rock/metal, ma sembra che ci siano più influenze inserite nella musica di questo combo accolto molto bene dalla critica nazionale ed internazionale.
Difficile dargli torto, infatti fin da subito in “
Little Red Riding Hoohd” si viene spiazzati da un intreccio groove di basso e chitarra che si trasforma poi in una veloce cavalcata, infarcita di stacchetti curiosi, voci di narrazione e dialoghi evoluti fra il lupo e cappuccetto rosso.
Si continua con un bell'esempio di rock-fusion strutturato su una melodia melodrammatica e struggente, ma con un intermezzo fino al 3° minuto di matrice prettamente metal che prepara “
Obliged To Suffer”. Il brano mantiene elevata l'attenzione con un ritmo costante e la voce possente che si impone per poi lasciare lo spazio a momenti altamente sulfurei e liquidi fra piano e chitarra con annesso violino.
In “
What A Shame” invece l'intro è prettamente progressive con un basico II-V che viene semplicemente incattivito tramite la distorsione ma mai abbandonato del tutto. Questo stile di composizione viene riproposta nuovamente, dopo l'intermedio etnico e strumentale di “
Flying Over Nazca”, nella successiva “
Parasite”.
Momento molto interessante e sperimentale si trova in “
Formula”. Qui il gruppo si cimenta con un collage di stili differenti in forma orizzontale. Dal minuto 1.33 infatti si susseguono tre diverse sonorità: fusion, latin e punk-trash che non apportano nulla all'insieme dell'opera ma risultano comunque curiose, così come il penultimo pezzo ”
Blank”.
Il finale viene lasciato ad una voce solitaria accompagnata dal piano e dal basso. Siamo in zona decisamente
serenade e sembra di essere catapultati in un film in bianco e nero oppure in un locale da sottoscala chiamato Salt Peanuts
Nel complesso sicuramente un buon debut, anche se non esente da carenze: poca linearità, frenesia nell'inserire più materiale del necessario, poca attenzione ai dettagli e produzione mediocre. Cosi come ha tutti i pregi del debut: fantasia, novità, curiosità ed anche una buona dose di potenza esecutiva. Quest’ultima in particolare è inevitabilmente presente e rende l’insieme dell’opera degna di ascolto.
A cura di Pasinato Giovanni
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