Copertina 7

Info

Anno di uscita:2016
Durata:15 min.
Etichetta:High Roller Records

Tracklist

  1. 27 DEAD
  2. BEAST OF NATIONS
  3. IGNITE ME
  4. SKIPPING THE SIN

Line up

  • Andi Richwien: vocals, guitars
  • Jan Bünning: bass
  • Jörg Bock: drums

Voto medio utenti

I Minotaur fanno parte di quella schiera di band tedesche che, pur essendosi formate nella prima metà degli anni ’80 (chi prima, chi dopo), non sono riuscite a portare avanti costantemente la propria carriera, per motivi di line up, personali, di lavoro, e conseguentemente non sono mai riuscite a sfondare del tutto, restando inesorabilmente legate allo status di cult band, ricercate esclusivamente dai tuttologi o dai fanatici di certe sonorità.

Attivi dal 1983, il loro album di esordio, autoprodotto, arriva soltanto cinque anni dopo, e devono passarne ben ventuno, dopo vari stop e reunion, perché il secondo lavoro veda la luce. Come capite, quindi, stiamo parlando di una carriera decisamente travagliata, che giustifica lo scarso interesse dei media e dei metal kid per una band troppo assente dalle scene per cercare di lasciare veramente il segno. A dare conferma di quanto detto fin’ora, il fatto che affinché l’EP di cui stiamo parlando vedesse la luce, son dovuti passare altri sette lunghi anni, a dimostrazione che evidentemente i nostri devono proprio avere tempi compositivi biblici!

Portato avanti, da sempre, dai due mastermind Jorg e Andi, il progetto Minotaur è basato su un thrash metal rozzo e grezzo, senza mezzi termini, e, questo bisogna dargliene atto, assolutamente coerente e scevro da ogni possibilità di innovazione. Come piace dire ai protagonisti stessi: “Minotaur avoids innovation like the plague – but this release isn’t just “old school”: it’s Minotaur at their best!”.

Effettivamente i quattro brani che compongono l’EP, registrati ai Bumblebee Studio di Amburgo, lasciano ben poco all’immaginazione, sparando in faccia fin dalle prime note tutta la barbarica foga sonora del duo tedesco, che senza troppi fronzoli spazza via tutto quello che si trova davanti, con un thrash metal minimale, senza pretesa alcuna, capace di attingere tanto dalla scena teutonica che da quella americana più grezza e diretta (primi Exodus, per capirci).

Ovviamente trattandosi soltanto di un EP la disamina non può certo essere approfondita, ma se questi quattro brani sono la cartina tornasole dei Minotaur dopo 33 anni di carriera, beh, il duo crucco sta decisamente ben messo, e a dimostrarlo ci sono brani come la title track, “Ignite me”, o “Skipping the sin”, dal sapore fortemente hardcore.

Ora non resta altro che sperare che non debbano passare altri sette anni prima che il terzo full length veda la luce e che invece questo EP non sia che l’antipasto di una gustosa portata in dirittura di arrivo. Per ora i due simpatici vecchiacci tedeschi sono promossi a pieni voti…
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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