I casi sono due: o siamo di fronte ad un capolavoro o siamo di fronte ad un disco incomprensibile."SkylinePressure", nonostante la presenza di grandi nomi dello stoner internazionale quali Gary Arce fondatore degli Yawning Man, il drummer Bill Stinson, il bassista Erik Harbers, il chitarrista Pieter Holkenborg, Bryan Giles (Red Fang), Scott Reeder (Kyuss, Fireball Ministry), Mario Lalli (Yawning Man, Fatso Jetson), Greg Ginn (Black Flag) e Brant Bjork (Kyuss, Fu Manchu), il risultato finale è un mix di stili, generi, armonie, atmosfere, sensazioni, accordi che non hanno un filo conduttore. Lo spirito di improvvisazione ha avuto il sopravvento sulla naturale alchimia nata tra i musicisti e ha creato una sorta di "mega jam-session" che è arduo definire album, qui non abbiamo la "forma canzone" nella sue accezione classica di intro, strofa, chorus, assolo, strofa, chorus e finale, qui abbiamo una inversione dei ruoli, abbiamo canzoni che durano quasi 15 minuti che ripropongono sempre gli stessi accordi, la stessa tensione esecutiva, la stessa struttura di fondo, accanto a brani piu' corti che però sostanzialmente non si discostano da una omogeneità forzata. Qui le "emozioni", intese come sorpese sonore, sono compresse, prevedibili, soffocate, i suoni sono dissonanti, persino amelodici a volte, tutti i brani sono rigorosamente strumentali e vanno dallo stoner, alla psichedelia, al prog, al surf, ma anche al jazz, blues e al metal. Il "difetto" principale di un lavoro come questo (o il suo pregio, a seconda di come la si pensa) è che qui è tutto troppo chiaro fin dall'inizio: andare in studio, improvvisare e suonare a ruota libera! Le composizioni risultano cos' stordenti, slegate, dilatate e mi chiedo quale sia il pubblico di riferimento di un'opera come questa. Beninteso, non si discutono le competenze e le abilità dei singoli musicisti e nemmeno l'intrinseca originalità dell'album, ma non sempre la somma di piu' unità da un risultato univoco, al contrario qui è mutevole, ipnotico, sognante ma la voglia di essere liberi di esprimersi senza dover compiacere pubblico o casa discografica, se è ammirevole e prevedibile da artisti di questo calibro, non puo' penalizzare la resa finale rendendo l'ascolto quasi un esercizio fisico. Ma si sa, i capolavori a volte non si identificano subito come tali, il problema è capire se siamo di fronte ad uno di essi oppure ad un super-grupppo che ha semplicemente voluto accrescere il proprio bagaglio e fare nuove esperienze.
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