Copertina 5,5

Info

Anno di uscita:2005
Durata:38 min.
Etichetta:Victory
Distribuzione:Venus

Tracklist

  1. SEATING SUBJECT TO AVAILABILITY
  2. THESE LIGHTS
  3. HELPING HANDS
  4. FADE IN FADE OUT
  5. WHISKEY‘S DEAD YOU‘RE NEXT
  6. LATE NIGHT CONVERSATIONS
  7. APR
  8. EXORCISE DEMONS
  9. SLEEP TIGHT TONIGHT
  10. LOSING SIGNAL

Line up

  • Dustin Addis: vocals, guitar
  • Tony Peck: drums
  • Matt Webb: guitar, vocals
  • Shannon Burns: bass, vocals

Voto medio utenti

The Forecast è un quartetto statunitense di Peoria, piccola e tranquilla cittadina dell’Illinois, che probabilmente si è ispirato al panorama sereno e campagnolo della propria zona per proporre una miscela rock/grunge melodica, ben confezionata ed eseguita ma altrettanto anonima.
Ci imbattiamo nelle consuete ritmiche gommose, scarsamente aggressive ma anche prive di vero pathos romantico, negli immancabili temi vocali che si alimentano di qualche spunto graffiante e di lunghe fasi emozionali, un discorso musicale sempre in bilico tra elettricità ed acustica, dall’impatto ovattato che non raggiunge un livello sufficiente di fascino radiofonico, tutte situazioni che nell’indie rock abbiamo esplorato fino alla noia.
Per distinguersi dalla massa dei praticanti questa formazione tenta di giocare la carta del doppio vocalist, infatti ogni canzone esibisce il duetto tra voce maschile e femminile, ma l’idea seppur di un certo fascino viene frustrata da un songwriting assai fiacco.
Qualche brano ingannevolmente deciso e sostenuto, dal rivestimento energico che maschera una sostanza prettamente adult-pop come nell’iniziale “Seating subject..” o nella title-track, alternato a troppe stucchevoli ballate elettroacustiche dall’atmosfera intimista, vedi “These lights”, “Sleep tight tonight” o la quasi country “Losing signal”. Le canzoni si trascinano stancamente tra romanticismi melliflui e voglie commerciali insoddisfatte, in un regime d’incompletezza e monotonia che affonda anche una realizzazione piuttosto curata.
Un risultato povero di spunti efficaci e dai colori troppo sbiaditi e poco emozionanti, che posiziona i The Forecast nel folto scenario indie-emo rock senza però lasciare tracce profonde del loro passaggio.

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