Gli
Ides sono olandesi e suonano un death/doom mortifero, sfibrante e prolisso. I sei lunghi brani (un ora complessiva) si sviluppano sempre alla stessa maniera: cadenze plumbee, qualche rigurgito death metal, growl tombale e la presenza di un violino che si perde nei gorghi oscuri di questo funeral doom.
Idealmente la band si ispira ai primissimi Paradise Lost, ai My Dying Bride ed ai loro epigoni, ma in una versione eccessivamente carica ed alla lunga stancante.
Qualche raro passaggio più energico e dinamico non riesce ad evitare la sensazione che si tratti di un disco accessibile solo agli estremisti del doom, in astinenza da tematiche che riguardano il trapasso, la morte ed il lato nichilista dell’esistenza.
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