Un sound oscuro, turgido, oppressivo, sospeso tra metal e stoner è quello che ci propongono i vicentini
Virgo nel loro secondo album.
Sonorità cupe e ritmiche frastagliate dagli echi vagamente voivodiani caratterizzano già l’iniziale “Danza di corteggiamento”, dove possiamo apprezzare anche lo sforzo della band nell’interpretare i testi nella nostra lingua, che personalmente mi hanno ricordato qualcosa del primo Banco del Mutuo Soccorso.
Insieme a brani rocciosi e stonerizzati ("
Vergine livrea", "
Pensieri infettI", "
Bianca ombra") troviamo concessioni ad un rock più semplice ed accessibile ("
Coco", "
E’uno di quei giorni"), dimostrazione che il gruppo nostrano può accedere a diverse soluzioni stilistiche.
Le canzoni sono sempre incisive ed essenziali, talvolta perfino sintetiche, puntando prevalentemente su una evidente cupezza di fondo e su tematiche interiori e personali gravide di contrasti.
Un album maturo, piacevole, adatto a diverse tipologie di appassionati rock.
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