Simpatici, carini (beh, si fa per dire), ma esageratamente ripetitivi e scontati.
Questo quanto si sente spesso dire sui
Lordi, che in realtà nell'arco della loro ormai lunga carriera (sono attivi già dal 1992) qualche variazione sul tema l'hanno pure cercata, anche se tanto il loro look quanto le vocals abrasive e sinuose di
Mr. Lordi sono estremamente caratterizzanti, così che provare fare qualcosa di nuovo non deve essere facile.
Non stupisce quindi vedere che con il nuovo, e ottavo, studio album,
"Monstereophonic - Theaterror vs. Demonarchy", la band finlandese tiri fuori dal mazzo una carta nuova, quella del concept.
In una virtuale Side A (chi ancora apprezza il buon vecchio vinile?), sotto il titolo "
Theaterror", si prosegue sulla linea dei precedenti lavori, con un approccio spiccatamente Hard Rock e pure un po' cafone. Le divertenti e dinamiche "
Let's Go Slaughter He-Man (I Wanna Be the Beast-Man in the Masters of the Universe)",
"Down with the Devil" o "
Sick Flick", sono canzoni nel più classico stile del gruppo, e questo vale anche per gli accenni seventies di "
Mary is Dead" e quelli ammiccanti di "
None of One", ma di certo non per la noiosa e non particolarmente riuscita "
Hug You Hardcore", peraltro scelta per il video promozionale, con quelle sue claudicanti tentazioni Industrial.
Nella Side B ecco che troviamo invece una vera e propria Horror Story incentrata su quattro personaggi: The Undead Son, The Bloodsucking Count, The She-Wolf e The Witch, che si appoggia a una controparte musicale inedita e inaspettata, maggiormente articolata, una decisa sferzata verso suoni più compressi e moderni, chitarre meno accattivanti e più taglienti, dove ci va più di un attimo a riconoscere i Lordi. Infatti, le pulsazioni thrashy di "
Demonarchy" e "
Heaven Sent Hell on Earth", la pesantezza di "
The Unholy Gathering" e quella di "
And the Zombie Says" o "
Break of Dawn" (con i suoi repentini cambi di atmosfera) possono inizialmente disorientare ma in realtà, la sensazione dura poco, e seppur in certi passaggi sembri di sentire echi di gruppi come Children Of Bodom, Nevermore o Cradle Of Filth, la voce di
Mr. Lordi e alcuni refrain sono inconfondibili. Scelte coraggiose che trovano conforto nelle pieghe della conclusiva "
The Night the Monsters Died", teatrale e ambiziosa, e a ragione visti - o meglio ascoltati - i risultati.
Un album delle due anime, e nell'occasione devo riconoscere che la seconda - quella inedita - si fa appezzare maggiormente.
Ma questo giochetto di solito funziona una volta sola: son curioso di scoprire quali scelte faranno in futuro i
Lordi.
Per il momento un plauso al coraggio dimostrato e ai discreti risultati raggiunti.
I was born to
reviewHear me while I
write... none shall hear a lie
Report and
interview are taken by the will
By divine right hail and
write
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