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The Dillinger Escape Plan mettono fine alla loro ventennale carriera con il loro sesto e ultimo disco, il qui presente “
Dissociation”, dopo di che ci sarà solo un tour d’addio.
Non è questa la sede per ricordare l’imprescindibilità di questa band che ha letteralmente ridefinito i canoni della musica estrema, creando un genere e alimentando decine di epigoni e imitatori.
Ciò che qui interessa è capire se il canto del cigno è veramente tale oppure ci troviamo di fronte al raglio dell’asino.
Sgombriamo subito il campo da equivoci, non si può inventare due volte la stessa cosa, quel che si può fare è cercare di migliorare una formula, ma per fare questo è necessario che vi siano idee geniali tali da dare a quella formula quel quid pluris necessario.
Ecco, “
Dissociation” è un disco maledettamente composto e suonato bene, con dentro tutto quanto di buono i
Dillinger Escape Plan sono stati capaci di suonare, ma non aggiunge nulla alla loro leggenda, anzi. Manca quella furia iconoclasta e acerba di “
Calculating Infinity”, che qui diventa mestiere, diventa composizione studiata a tavolino più che impellente istinto omicida che riesce a trovare sfogo nelle composizioni della band.
C’è melodia, ci sono inserti jazzati, c’è persino un pezzo tra drum’n’bass e dubstep (“
Fugue”) e ci sono persino degli archi in “
Nothing To Forget” e nella title-track, ma nulla che faccia gridare al miracolo o che non si sia già sentito.
Ovviamente c’è velocità, parti complesse e cervellotiche, anche brutalità, ma mai ai livelli parossistici del passato, quando, forse spinti da un furore giovanile, i nostri volevano sì far vedere di saper suonare ed essere dei signori musicisti, ma soprattutto volevano fare musica brutale, hardcore fino al midollo in tutti i sensi.
È inutile che vi stia a fare il track by track, se li avete sempre amati non rimarrete delusi da “
Dissociation”, che, al netto di quanto detto sopra, è un signor disco, certo non il migliore della loro discografia, ma sicuramente e decisamente una spanna sopra le uscite coeve.
Per il resto onore alla loro leggenda.
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