Copertina 6

Info

Anno di uscita:2002
Durata:48 min.
Etichetta:Nuclear Blast
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. PLUS ONE
  2. R.U.S.M.T.S.I.M.
  3. SUPERVISION
  4. NINE9NINE
  5. GRIT YOUR TEETH
  6. KEEP FALLING DOWN
  7. DUAL PEEPHOLES
  8. IF THIS IS IT, IT ISN'T IT, IS IT?
  9. IDIOSYNCRATED
  10. THE LOVE I HATE
  11. PAIN OF EXISTENCE
  12. MINDSHAVER
  13. I.M.S.M.T.S.U.R.

Line up

  • Martin Messner: drums
  • Patrick Klopf: vocals, guitars
  • Herwig Zamernik: bass

Voto medio utenti

Dopo ben otto anni d’assenza dalle scene, ecco ritornare i Disharmonic Orchestra con un nuovo, e manco a dirlo, schizzatissimo album, al limite della follia musicale…infatti il combo austriaco sembra non aver dimenticato la via per miscelare insieme diversi stili musicali, come già nel lontano (sick!) 1994 faceva. Certo, ora gli anni sono passati, ma è certamente piacevole ascoltare come anche questo combo nord europeo è riuscito a stare al passo con i tempi, rinnovandosi ed evolvendosi. Le 13 songs presentate spaziano dal Modern Metal all’Hardcore Old School, dal Death al Jazz e dal Grind al ’80 Pop di matrice inglese…il tutto supportato da una matrice elettronica che ogni tanto tende a prendere il sopravvento, come ‘Dual Peepholes’ sembra dimostrare nel suo incedere Drum & Bass: è come se gli SOD suonassero songs dei Napalm Death, dei The Cure e musica Surf tutto insieme, coadiuvati da tastieroni futuristici… il tutto condito da una totale e disarmante follia, che certamente non ha mai difettato i nostri! Senza ombra di dubbio, le songs risultano molto eterogenee, passando da una improbabile intro (praticamente una song strumentale) quasi esclusivamente elettronica agli appena 20 secondi (anch’essi strumentali) di ‘R.U.S.M.T.S.I.M’, o ancora dall’ottima ‘Grid Your Teeh’ (song di derivazione quasi american party) alla brutalità Grind Core di ‘If This Is It, It Isn’t It, Is It?’ (un titolo, uno scioglilingua!) o al Thrash mid tempo di ‘The Love I Hate’, song caratterizzata da un mood e da un chorus che più Wave non si può! Uno spiazzante album di ritorno dunque, che riporta il nome dei Disharmonic Orchestra nel giro che conta, ma che rischia di rimanere comunque nel calderone dei buoni lavori che probabilmente molti snobberanno ma che altri ameranno, a livello di cult…non può che essere così, visto la tale eterogeneità delle songs e l’alone di pazzia ed eclettismo del three pieces d’oltralpe. Altamente consigliato a chi ama musicalmente gli SOD di ‘Speak English Or Die’; agli altri posso solo dire che il mercato è vario e ben fornito.
Recensione a cura di Massimo 'Whora' Pirazzoli

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