“
Ora sapete come è l’aspettativa: immaginosa, credula, sicura; alla prova poi, difficile, schizzinosa: non trova mai tanto che le basti, perché, in sostanza, non sapeva quello che si volesse”.
(
Alessandro Manzoni)
In franchezza non ho mai apprezzato particolarmente gli scritti del
Manzoni nazionale -tuttora reputo
Lucia Mondella il personaggio più disprezzabile della storia della letteratura mondiale-; cionondimeno, trovo che la citazione posta in apertura fotografi alla perfezione il mio stato d’animo nei confronti di “
Hypnosophy”.
Per esser chiari: la stragrande maggioranza delle band metal venderebbe la madre per comporre un album come questo. Bellissimo, teatrale, altero e grottesco come giusto i migliori
Arcturus sapevano essere, sospinto da una direzione artistica splendidamente in bilico tra
black metal -cui i Nostri non intendono affatto rinunciare- e
avantgarde/
progressive tinto di
jazz (il lavoro svolto dal sassofonista
Orestis Zyrinis lambisce il sovrannaturale). Aggiungete l’ennesimo magnifico dipinto di
Łukasz Wodyńskicon come
artwork di copertina, una produzione encomiabile e stringerete tra le mani un’opera di altissimo livello.
Eppure…
… eppure avevo talmente adorato il precedente “
Extance” che un pelo di amaro in bocca mi è rimasto.
Aspettativa schizzinosa, si diceva. Sta di fatto che quel senso di meraviglia e continua scoperta, che mi aveva accompagnato durante gli ascolti del precedente full degli
Aenaon, qui non si è palesato.
Le prime battute, a voler ben vedere, sono di quelle memorabili:
- “
Onerodynia”, saliscendi strumentale rabbioso e decadente;
- “
Fire Walk with Me”, che mutua da “
Grau Diva” la capacità di donare al
black’n’roll un piglio eccentrico e irresistibile;
- “
Earth Tomb”, contraddistinta da un attacco ai limiti del
DSBM che sfuma in stranianti arrangiamenti corali e splendide digressioni strumentali.
Il livello si mantiene alto anche proseguendo lungo la tracklist; tuttavia, ci si rende progressivamente conto che l’eccellenza assoluta viene sfiorata, ma mai raggiunta:
- promosso il duetto male/female vocals presente in “
Void”, però “Funeral Blues” era di un altro pianeta;
- “
Tunnel” può venir rubricato come buon pezzo estremo, ma da un gruppo come gli
Aenaon sembra lecito attendersi qualcosa di più;
- la discreta “
Thus Ocean Swells” gode di una linea di basso pregna di groove e di un andamento in mid tempo che strizza l’occhio a certo
jazz gigioneggiante;
- “
Phronesis – Psychomagic” è un tour de force sonoro di oltre 15 minuti, alcuni dei quali esaltano; altri, invece, appesantiscono in modo eccessivo.
Così, seppur di un’inezia, l’approdo nei
top album sfuma, ed il confronto col precedente “
Extance” vede “
Hypnosophy” soccombere. Peccato.
In ogni caso, esorto i lungimiranti lettori di questo glorioso portale a concedere una chance alla compagine ellenica, realtà tanto valida quanto, ahimè, sino ad oggi trascurata.
Kalí tíhi Aenaon!
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