La
Osmose Production è una etichetta "leggendaria" in campo black metal: pensate, ad esempio, ad Impaled Nazarene, Immortal, Samael o Enslaved, tutti gruppi lanciati dalla label francese, che hanno profondamente segnato, ognuno a modo suo, il metallo nero.
Incidere dunque, anche in tempi come i nostri in cui la qualità è andata a farsi friggere lasciando spesso spazio alla plastica (per non dire peggio), per Osmose resta motivo di orgoglio e garanzia di qualità, "regola" questa alla quale non sfuggono i
Khaos-Dei, terzetto di Ruen che, come ci indica il titolo stesso, con
"Opus II: Catechism" sono al secondo lavoro.
Il black metal del gruppo, che gode di una produzione eccellente ed è interamente cantato in lingua madre, è fortemente intriso di satanismo filosofico a livello lirico e unisce, a livello musicale, diverse sfaccettature della musica estrema, passando da partiture ambient, a momenti sinfonici, da terrificanti accelerazioni ad ambientazioni più ragionate e quasi stentoree nel loro essere imponenti e brutali.
Tutta questa amalgama contribuisce a dare vita ad un album "moderno", suonato con perizia, certamente feroce ma anche inquietante per determinate melodie che che ne rendono l'atmosfera morbosa e fottutamente malata in grado di ingoiarti nelle sue spire velenose.
Probabilmente i
Khaos-Dei non inventano niente, ma di certo sono tre sacerdoti del signore degli abissi e come tali scrivono e suonano brani di valore: solo dal male, infatti, viene fuori la buona musica.
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