Copertina 8

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2016
Durata:47 min.
Etichetta:Metal Blade

Tracklist

  1. ARBITERS OF THE APOCALYPSE
  2. THEATRE OF HORROR
  3. MONOLITHIC IGNORANCE
  4. CRUMBLING IMPERIUM
  5. COMMUNION
  6. THE EXALTATION
  7. PROFANUM VULGUS
  8. COPERNICAN HERESY
  9. ONLY THE SPINELESS SURVIVE
  10. CLEAVING GIANTS OF ICE
  11. ALTAR OF SACRIFICE (SLAYER COVER)

Line up

  • David Davidson: guitars, vocals
  • Dan Gargiulo: guitars
  • Brett Bamberger: bass
  • Ash Pearson: drums

Voto medio utenti

Lo ammetto, io con i Revocation ho un problema: ogni qualvolta la band americana pubblica un nuovo lavoro in studio, ai primi ascolti rimango immancabilmente deluso. Non so perchè, ho sempre l'impressione che Dave Davidson e soci abbiano fatto il passo più lungo della gamba, calcando troppo la mano sul versante tecnico a discapito dei pezzi. Altrettanto immancabilmente, però, dopo numerosi e reiterati ascolti la mia opinione cambia radicalmente e ho una vera e propria epifania: "anche questa volta i Revocation ce l'hanno fatta!". Poteva forse accadere diversamente con questo nuovo "Great Is Our Sin"? Certo che no, ed infatti dopo la preview di "Crumbling Imperium" ho inevitabilmente storto il naso così come ai primi ascolti del disco nel suo intero, salvo poi gradualmente cambiare idea ascolto dopo ascolto. Il fatto è che questi ragazzi in qualche modo riescono ad alzare l'asticella ad ogni album che pubblicano e non ne vogliono proprio sapere di abbassare la qualità, anzi sono capaci di aggiungere ogni volta nuove sfumature senza per questo appesantire i pezzi: certo l'avere come frontman un guitar geek come Davidson è cosa non comune (guardatevi qualche sua lezione di chitarra su Youtube per capire che padronanza assoluta ha del suo strumento e di tutta la teoria armonica) , così come gli altri componenti non siano da meno, ma riuscire ad arricchire con gli anni i pezzi con riff e tempi sempre più articolati mantenendo intatto un senso melodico e il focus sul pezzo ha qualcosa di magico. Brani come l'incalzante opener "Arbiters Of The Apocalypse", "Theatre Of Horror", "Monolithic Ignorance", "Communion" o "Crumbling Imperium" sono un pugno in pieno volto ma appagano l'orecchio ed il senso estetico dell'ascoltatore, che rimane letteralmente estasiato dalla varietà delle soluzioni tecniche e ritmiche dei Revocation, così come gli assoli dell'asse Davidson/Gargiulo si rivelano efficaci, tecnici, melodici, mai fini a se stessi. Persino quando la band alza il piede dall'acceleratore i risultati non cambiano, come testimonia la conclusiva "Cleaving Giants Of Ice", uno dei brani dell'album preferiti di chi scrive, con un lavoro di chitarre davvero sublime coronato da un solo di squisita fattura. Decisamente promosso anche il nuovo innesto Ash Pearson dietro il drumkit, che si è integrato alla perfezione nel spund del gruppo e che con il suo lavoro attento, preciso e fantasioso ha inciso alla buona riuscita dell'album (i cambi di accenti in "Communion" me li sogno di notte). Nell'edizione deluxe di "Great Is Our Sin" è contenuta anche una cover di "Altar Of Sacrifice" degli Slayer, pezzo che nulla aggiunge e nulla toglie alla versione originale e che con ogni probabilità i Revocation hanno registrato mentre sorseggiavano un drink e discorrevano della situazione politica internazionale.
Insomma, questi Revocation me l'hanno fatta ancora una volta: e nonostante l'umiliazione di essere caduto di nuovo nel loro tranello, sono felice così perchè nel 2016 più che mai c'è bisogno di band come loro che continuano a rifornire di benzina un motore del metal che anno dopo anno pare sempre più vecchio e ingolfato.
Recensione a cura di Michele ’Coroner’ Segata

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